Alle 14h00 a Berna gli esperti della Confederazione, tra i quali Virginie Masserey, responsabile della Sezione malattie infettive dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), hanno fatto il punto sulla pandemia di Covid in Svizzera.
La conferenza stampa è stata aperta proprio da Virginie Masserey che ha speso le prime parole per descrivere la situazione generale: «La popolazione si sta muovendo bene». Fino a domenica sera, 4,8 milioni di dosi di vaccino erano state somministrate, con il 37% della popolazione già vaccinata una volta.
«Abbiamo ricevuto una spedizione molto grande», ha continuato Masserey, aggiungendo che un milione di dosi di Moderna è arrivata sabato. «Non dobbiamo fare delle riserve per la seconda dose». Altre ne arriveranno a giugno. «Tutti quelli che vogliono possono farsi vaccinare ora. La popolazione segue bene. La disponibilità alla vaccinazione è aumentata», ha continuato.
Secondo lei tutti dovrebbero aver ricevuto la prima vaccinazione entro la fine di giugno o l'inizio di agosto. Secondo Masserey i vaccini per i bambini e gli adolescenti saranno approvati abbastanza presto da Swissmedic. Nella seconda metà di giugno dovrebbe quindi avere inizio l'immunizzazione degli over 15 con il vaccino Pfizer.
Campagna forse prolungata di due settimane
La responsabile della Sezione malattie infettive dell'UFSP ha esortato le donne incinte a parlare con i loro medici della vaccinazione. «Forse la campagna durerà un paio di settimane in più di quello che avevamo previsto. Ma è una buona cosa, vuol semplicemente dire che ci sono più persone che aderiscono al vaccino di quelle che avevamo stimato in un primo tempo».
Masserey ha anche accennato all'abolizione dell'obbligo del telelavoro per quelle aziende che hanno deciso di usare i test di massa, ricordando che la Confederazione sta aiutando finanziariamente queste ditte e sta mettendo a disposizione i test. Le farmacie sono coinvolte in questi sforzi.
Le persone completamente vaccinate senza sintomi non dovrebbero partecipare a tali test per sei mesi.
Una campagna di richiamo da ottobre?
Ufficialmente, ha precisato Masserey sollecitata da un gironalista, il periodo di protezione dopo una vaccinazione è di sei mesi, anche se gli studi attuali suggeriscono che il periodo di protezione è più lungo, forse, «da nove a 12 mesi».
Le persone che hanno avuto la loro seconda dose più di sei mesi fa non devono preoccuparsi in questo momento, ha detto.
In uno degli scenari per il futuro c’è pure una nuova campagna di vaccinazione per quest’inverno, ha specificato Masserey. I richiami infatti potrebbero essere già fatti in ottobre, alla fine dell'anno o all'inizio del 2022. Le mutazioni potrebbero anche rendere necessari questi richiami, ma è troppo presto per dirlo.
Qualche ulteriore allentamento
Ha poi preso la parola Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo e presidente dell'Associazione dei medici cantonali, per dire che le misure restrittive potrebbero essere parzialmente ridimensionate. Alcuni spazi dovrebbero essere di nuovo accessibili, ma le regole di igiene e di distanziamento socilae devono essere sempre rispettate. «Ci sono sempre state comunque anche delle altre malattie», ricorda Hauri.
«Non ci aspettiamo più che la situazione deragli», ha precisato Hauri. Le regole di quarantena sono state quindi allentate, senza che si siano notata alcuna conseguenza.
Oltre all'allentamento a livello federale, l'attenzione si concentra ora sulle norme cantonali, le quali sono specifiche e legate alla situazione locale. «Se un cantone fa indossare le mascherine nelle scuole e un altro cantone no, non è una contraddizione», ha detto.
La situazione in cifre
Nella Confederazione, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 756 nuovi casi di Covid, secondo l'UFSP. Sei nuovi decessi sono stati segnalati e 27 persone sono state ricoverate in ospedale.
In Ticino si segnalano invece 12 nuovi casi di Covid (33’068 dall’inizio della pandemia). Il bilancio dei decessi resta a 995 da venerdì. I pazienti in ospedale sono 10, nessuno in cure intense.
Nei Grigioni sono 7 i nuovi casi, mentre il bilancio dei morti resta fermo a 191 decessi. I pazienti ricoverati sono 6, di cui 3 in cure intense e sottoposti a respirazione artificiale.