Votazioni federaliFisco e AVS: 66,4% di «sì» per la RFFA
ATS
19.5.2019 - 16:58
Il secondo tentativo, dopo la chiara bocciatura (59,1% di no) della terza riforma dell'imposizione delle imprese (RI imprese III) nel febbraio del 2017, ha ottenuto ampio consenso popolare.
A favore della riforma fiscale e del finanziamento dell'AVS (RFFA) hanno votato il 66,4% dell'elettorato e tutti i Cantoni.
L'oggetto, di natura legislativa, comunque non richiedeva la cosiddetta doppia maggioranza. La partecipazione ha raggiunto il 43,2%. Il nuovo progetto fiscale, accompagnato da un contributo all'AVS di circa due miliardi di franchi all'anno, ha modificato i fronti rispetto alla RI imprese III, raccogliendo ampi consensi a sinistra.
Il sostegno più forte dal Canton Vaud
A livello nazionale i sì sono stati circa 1,541 milioni, i no circa 780'000. Il sostegno più forte è venuto da Vaud (80,7%), che sta già attuando la propria riforma a livello locale, seguito da Neuchâtel (72,4%) e dal Vallese (71,8%).
Anche nel cantone più tiepido nei confronti della riforma, Soletta, il progetto ha ampiamente superato l'esame popolare, con il 58,6% dei consensi. I solettesi simultaneamente hanno però bocciato di misura, con il 51,4% di no, un progetto di attuazione cantonale.
Principale punto di disaccordo della riforma locale è stata la riduzione dell'aliquota d'imposta sull'utile delle imprese, che dall'attuale livello massimo del 21,4%, sarebbe passata nel 2020 al 16,3%, per poi scendere l'anno successivo al 13,1% per tutte le società.
Chi sono i meno entusiasti
Tra i meno entusiasti per la RFFA figurano pure il canton Berna (60,4% di consensi), dove il Giura bernese si distingue con il 62,6%, e Argovia (62%). In Ticino ha votato per la RFFA il 64,9% dell'elettorato (con una partecipazione del 46,3%), nei Grigioni il 69,6% (e un'affluenza alle urne del 48,6%).
Il tasso di approvazione è stato del 62,2% a Ginevra, che oggi ha approvato un progetto di attuazione locale. La modifica della legge cantonale sull'imposizione delle persone giuridiche prevede un'aliquota unica d'imposta per le imprese del 13,99%, contro l'attuale 11,6% per le società a statuto speciale e il 24,2% per le altre. Il vicino Vaud applica da gennaio un tasso del 13,79%. I Cantoni hanno tempo fino al primo gennaio 2020 per adattare la propria legislazione alla RFFA.
Contro la riforma federale hanno votato solo alcuni comuni periferici e qualche ente locale nei cantoni più scettici. A Ginevra hanno detto no alcuni quartieri. L'esito della consultazione è in sintonia con i sondaggi: la sorpresa risiede piuttosto nell'ampiezza dei consensi.
La RFFA ha goduto del favore della sinistra
Rispetto al progetto bocciato nel febbraio 2017, la RFFA ha goduto del favore anche di gran parte della sinistra, che aveva invece aspramente criticato la RI imprese III, giudicata completamente squilibrata perché favorevole dell'economia e svantaggiosa per i ceti basso e medio.
Il voto odierno consente alla Svizzera di abolire gli statuti speciali per le holding, invisi all'Unione europea e all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Questo obiettivo non era contestato da nessuno.
La sfida è stata di elaborare un progetto che potesse trovare anche il sostegno di parte della sinistra. Il parlamento qua e là ha ridotto la portata degli strumenti per ridurre la pressione fiscale sulle multinazionali, ad esempio in materia di tassazione dei dividendi. Ma da sole queste misure non avrebbero soddisfatto il fronte rosso-verde.
Un contributo di 2 miliardi per l'AVS
La parte fiscale della riforma, su iniziativa di alcuni consiglieri agli Stati, tra cui il socialista Paul Rechsteiner (SG), allora presidente dell'Unione sindacale svizzera, è stata accompagnata da un contributo di circa due miliardi di franchi per l'AVS. Un'idea fatta propria dal parlamento e rivelatasi vincente oggi alle urne.
In una, piccola, misura la RFFA è scaturita anche da un secondo progetto inviso a popolo e Cantoni nel settembre del 2017: la riforma della previdenza per la vecchiaia 2020. Il voto odierno comunque permetterà al primo pilastro di tirare il fiato solo per pochi anni. Il Consiglio federale si appresta a presentare, in estate, il suo progetto "AVS 21" che mira a garantire l'equilibrio finanziario dell'assicurazione e mantenere il livello delle rendite.
Fiscalità delle imprese, dibattito non chiuso
Neppure il dibattito sulla fiscalità delle imprese è chiuso. Accanto alle battaglie che si giocheranno sul piano cantonale, proprio oggi il presidente del PS Christian Levrat, in un'intervista alla SonntagsZeitung, ha indicato che il suo partito sta preparando un'iniziativa popolare per mettere un freno alla concorrenza fiscale tra i Cantoni. Il testo esatto non è ancora disponibile.
L'obiettivo non è di imporre ai Cantoni una determinata aliquota d'imposta per le imprese, ma di fissare un limite minimo al di sotto del quale non si può scendere.
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