GinevraGinevra: eletta Fabienne Fischer, Pierre Maudet ammette sconfitta
fc, ats
28.3.2021 - 14:17
Il Consiglio di Stato ginevrino si sposta a sinistra: al secondo turno dell'elezione suppletiva tenutosi oggi è stata eletta l'ecologista Fabienne Fischer. Nulla da fare dunque per il dimissionario Pierre Maudet (ex PLR), che si è ripresentato come indipendente.
fc, ats
28.03.2021, 14:17
28.03.2021, 14:22
SDA
I dati definitivi non sono ancora disponibili, ma in base a quelli del voto per corrispondenza (che rappresentano circa il 95% dei votanti, ndr.) Fischer ottiene 45'198 preferenze, contro le 36'844 di Maudet. Più staccati Delphine Bachmann (PPD), con 14'717 voti e Yves Nidegger (UDC), con 12'104. La partecipazione è stata del 40,97%.
Acclamata dai suoi sostenitori venuti ad accoglierla nel centro storico davanti al Municipio, Fabienne Fischer ha detto di essere molto contenta del risultato. L'ecologista sostiene di essere «la persona giusta per restituire alle istituzioni la legittimità di cui hanno bisogno».
«Adesso è possibile cambiare rotta», ha aggiunto Fischer. Con la sua elezione la maggioranza del Consiglio di Stato si sposta infatti a sinistra. Il nuovo esecutivo sarà composto da due ecologisti, due socialisti, un liberale-radicale, un popolare-democratico e un esponente del Movimento dei cittadini ginevrini.
In una lettera postata su Twitter, Pierre Maudet ha riconosciuto la sconfitta e fatto gli auguri a Fischer. «La giornata di oggi segna un tappa nel mio percorso politico. Quello del tempo del ritiro e della riflessione. Questa riflessione, la metterò al servizio dei ginevrini», scrive l'ormai ex consigliere di Stato promettendo di continuare a lavorare in modo diverso a favore del canton Ginevra, «nel nome delle libertà e della giustizia sociale».
Il politico, travolto dallo scandalo legato a un viaggio ad Abu Dhabi avvenuto nel 2015 ed espulso dal PLR, è all'origine dell'elezione suppletiva in Consiglio di Stato. Maudet si è infatti dimesso a fine ottobre dal governo dicendosi vittima di un raggiro e si è poi candidato (da indipendente, sotto l'etichetta «Libertà e giustizia sociale") alla propria stessa successione. La sua non rielezione mette la parola fine a una vicenda che pesa sulla politica ginevrina ormai da oltre due anni.