Parità salariale Gli uomini guadagnano il 18,1% in più

ATS

23.6.2020 - 15:07

Manifestazione in favore della parità salariale a Berna (foto d'archivio)
Manifestazione in favore della parità salariale a Berna (foto d'archivio)
Source: KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE

La parità salariale in Svizzera è ancora lontana: per un posto di lavoro a tempo pieno e considerando tutte le categorie professionali, il salario mediano di un uomo era nel 2019 del 18,1% superiore a quello di una donna (72'800 contro 86'000).

Nel dettaglio, secondi i dati sul reddito da lavoro pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica, il divario salariale maggiore lo si riscontra tra le categorie «dirigenti» e «professioni accademiche»: nei primi è del 23,0% (un uomo guadagna 130'000 franchi, 24'300 in più di una donna), nei secondi addirittura del 25,0% (salario degli uomini: 112'100, 22'400 franchi in più).

Divari percentuali superiori al 20% sono presenti anche nelle categorie meno retribuite: nelle «professioni artigianali» un uomo guadagna 74'100 franchi, 14'400 in più (24,1%) di una donna, tra gli «addetti a installazioni e apparecchi» i maschi hanno un salario di 71'500 franchi, di 13'200 superiore (22,6%) a quello delle loro colleghe.

Nei «nei servizi e nella vendita» gli uomini ricevono in media il 23,3% in più (+13'000 a 68'900 franchi), tra le «professioni tecniche» il divario è del 21,9% (17'000 in più a 94'500). Anche tra i «lavoratori non qualificati» la differenza è importante: qui gli uomini hanno un salario di 61'600 franchi, il 24,7% in più (o 12'200 franchi) di quello delle donne.

Una differenza di paga minore la si osserva nella categoria «impiegati d'ufficio e di commercio», ma rimane comunque superiore al 10%: qui gli uomini guadagnano 78'000 franchi, 7'200 in più delle donne (10,2%).

Rispetto allo scorso anno, il divario salariale generale è calato di un punto percentuale. Nei singoli settori d'attività l'evoluzione è contrastata: la differenza retributiva è calata in particolare per i «dirigenti» (-8,2 punti), «servizi e nella vendita» (-4,8), «professioni artigianali» (-3,9), «addetti a installazioni e apparecchi» (-7,1) e «lavoratori non qualificati» (-8,1).

Il divario è invece aumentato tra le «professioni accademiche» (salito di 5,4 punti) e gli «impiegati d'ufficio e di commercio» (+5,3). Stabile quello delle «professioni tecniche» (leggero aumento di 0,2 punti).

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