Ancora pochi mesi nei Grigioni per mettere a norma gli stand di tiro. Con l'entrata in vigore della revisione parziale della Legge cantonale sulla protezione dell'ambiente (LCPAmb) le strutture che al 31 dicembre non soddisferanno i requisiti saranno chiuse.
Lo indica oggi il Governo in una nota ai media.
Fra le novità della revisione parziale della LCPAmb, votata dal Parlamento lo scorso ottobre, vi è l'obbligo per i poligoni di dotarsi di sistemi per bloccare i proiettili artificiali privi di emissioni. In caso contrario i Comuni non beneficeranno dei contributi federali per il risanamento dei siti contaminati.
Sono una sessantina gli impianti attualmente attivi negli ambiti del militare, della caccia e dello sport che devono ancora essere adattati alle nuove norme. Numerosi Comuni e associazioni hanno già assicurato che aggiorneranno gli stand entro la fine del 2020.
Per i sistemi paraproiettili artificiali negli impianti di tiro a 300, 50 e a 25 metri, nonché per impianti di tiro di caccia con bersagli fissi, valgono le direttive dell'Esercito svizzero. Rimandando all'Ordinanza cantonale sulla protezione dell'ambiente, il Governo precisa che anche gli impianti di tiro al cinghiale e alla lepre con bersagli in movimento devono essere dotati di sistemi speciali.
Per quanto riguarda gli impianti di tiro al piattello, presso i quali non è possibile installare dei paraproiettili artificiali, è ammesso esclusivamente l'uso di munizioni senza piombo e di piattelli privi di sostanze inquinanti.
Chiusura degli impianti di tiro non a norma dal 2021
Il Governo raccomanda ai Comuni e alle sezioni di cacciatori di cercare al più presto possibile un'ubicazione sostitutiva, qualora non siano in grado di dotare i propri impianti di tiro di protezioni adeguate entro la fine dell'anno. Dal 1° gennaio 2021 il tiro obbligatorio e il tiro di caccia saranno infatti possibili solo a dove esistono sistemi a norma. I Comuni sono tenuti a notificare eventuali impianti chiusi all'Ufficio per la natura e l'ambiente (UNA).
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