Svizzera L'IFSN chiede alle centrali nucleari nuovi studi contro le piene estreme

fc, ats

19.11.2021 - 11:09

La centrale nucleare di Gösgen
La centrale nucleare di Gösgen
Keystone

Occorre riesaminare le misure di protezione delle centrali nucleari svizzere contro le piene estreme. Lo esige l'Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN). I responsabili degli impianti dovranno presentare le nuove prove di sicurezza entro fine 2022.

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Le nuove richieste hanno origine in uno studio sul rischio di piene dell'Aare chiamato EXAR (dal tedesco «Extremhochwasser an der Aare") presentato in febbraio dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM). La ricerca ha fornito una nuova base per valutare il rischio delle infrastrutture critiche situate lungo il celebre affluente del Reno.

Ad essere interessate sono quindi anche le centrali nucleari situate lungo il corso del fiume – Beznau (AG), Gösgen (SO) e Mühleberg (BE) – quest'ultima è stata spenta nel dicembre 2019 ma lo smantellamento dei componenti contaminati dovrebbe essere completato solo nel 2031 -, così come gli impianti dell'Istituto Paul Scherrer e il deposito intermedio ZWILAG a Würenlingen (AG). Anche la centrale nucleare di Leibstadt (AG), situata sul Reno, deve rivalutare il pericolo a causa della trasferibilità dei risultati dello studio EXAR.

È stata la catastrofe nucleare di Fukushima del 2011 a spingere varie autorità federale a elaborare basi comuni per esaminare il pericolo nel bacino dell'Aare. Lo studio EXAR è stato effettuato al fine di valutare il pericolo in caso di piene estreme che possono avvenire ogni 100'000 anni.

Secondo l'IFSN, gli impianti nucleari sono già oggi in grado di far fronte a piene che potrebbero prodursi ogni 10'000 anni. Lo studio EXAR ha però dimostrato che i processi morfologici di un evento estremo giocano un ruolo maggiore di quanto ipotizzato in precedenza. Ciò riguarda principalmente la protezione contro i cambiamenti del terreno e del canale, vale a dire fenomeni come l'erosione laterale (in breve: la protezione delle sponde).

In caso di un'inondazione con frequenza a 100'000 anni, le centrali nucleari di Beznau e Gösgen sarebbero circa 1,1 metri sott'acqua. Il sito della centrale nucleare di Mühleberg sarebbe da parte sua sommerso da quasi un metro d'acqua.