Check-up dei partiti – Parte 3/3 Il Centro lotta per non perdere, i Verdi liberali col vento in poppa

Di Gil Bieler e Alex Rudolf

2.3.2023

Il centro sta affrontando la sua prima campagna elettorale nazionale con questo nome e deve fermare la sua tendenza al ribasso. I Verdi liberali, invece, hanno avuto un'impennata. Continuerà?

Di Gil Bieler e Alex Rudolf

2.3.2023

Qual è la situazione di partenza?

Alle ultime elezioni del 2019 l'Alleanza del Centro, meglio conosciuta ora solo con «il Centro», si chiamava ancora PPD e ha continuato il suo lento declino: l'11,4% (-0,2%) degli elettori ha dato il voto al PPD. Dal 1995, il partito ha quindi perso il 5,4% della sua quota di elettori. In Parlamento, il gruppo del Centro, con 45 membri, rimane comunque la terza forza, davanti al PLR, a cui appartengono anche tre membri del Partito Evangelico.

Check-up sullo stato dei partiti

All'inizio dell'anno elettorale 2023, blue News sottopone tutti i partiti con dei gruppi parlamentari a un check-up sul loro stato. La prima parte è dedicata ai partiti borghesi, l'UDC e il PLR, la seconda al PS e ai Verdi, e la terza e ultima all'Alleanza del Centro e ai Verdi liberali.

Per mantenere la posizione del 2019, il Centro non dovrebbe solo conservare gli elettori del PPD, ma anche il 2,4% di quelli del BDP, il Partito Borghese Democratico, con il quale ha fatto la fusione nel 2021. Insieme, hanno una quota del 13,8%. In autunno un risultato inferiore potrebbe essere percepito come una sconfitta del Centro.

L'ex PPD ha dovuto fare i conti con il fatto che l'UDC ha sottratto elettori al centro politico sin dalla fine degli anni '90, spiega a blue News il politologo Lukas Golder, condirettore dell'istituto di ricerca GFS di Berna. «Nel 2003, l'UDC è diventata la forza più forte in questo ambiente e si pensava che il declino del PPD si fosse fermato». Ma invece è continuato. Perché «non è mai stato in grado di prendere piede al di fuori delle sue aree cattoliche e, come tutti i partiti popolari, sta lottando contro l'invecchiamento».

Il quadro è molto diverso per i Verdi Liberali, che hanno guadagnato costantemente terreno da quando sono entrati sulla scena nazionale nel 2007. Di recente, nel 2019 hanno fatto un balzo in avanti raggiungendo il 7,8% (+3,2%). È stato il miglior risultato finora ottenuto dai Verdi liberali, che hanno così raggiunto per la prima volta anche la forza parlamentare del partito nel Parlamento federale, dove detengono 16 seggi in Consiglio nazionale. Non hanno ancora raggiunto il Consiglio degli Stati.

Secondo Golder, i Verdi liberali sono riusciti ad assorbire bene la crescita. Non è stato un compito facile, ma il partito l'ha superata grazie alla sua leadership. «Il partito è percepito come calmo e stabile, ed è così che può guadagnare punti», afferma Golder. Vive grazie alla sua immagine attraente, anche se la gente non sa bene cosa rappresenta nel dettaglio su molte questioni.

Cosa dicono i sondaggi?

Per il Centro, a un anno dal voto, non sembra ancora il momento di stare tranquilli. Secondo il barometro elettorale della SSR, otterrebbe il 13,3% dei voti, - 0,5% rispetto al 2019 (sommando i voti del Centro e del BDP).

I risultati di un altro sondaggio, più recente, questa volta fatto da Tamedia, resi pubblici il lunedì 27 febbraio 2023, per il Centro mostrano quasi lo stesso scarto, -0,3% 

«Considerando le continue perdite dell'ex PPD, un calo minore del solito sarebbe già un segnale positivo», ritiene Golder. Il PPD ha dovuto stringere una partnership «molto poco attraente» con il BDP.

Tuttavia, l'analista politico non vuole sminuire tutto: alle elezioni cantonali, il partito ha fatto meglio di quanto alcuni si aspettassero. La sua conclusione è quindi: «L'inizio con il nuovo nome ‹Il Centro› ha avuto successo, ma manca ancora un'accelerazione».

I verdi liberali, invece, secondo il sondaggio SSR sono ancora in crescita: stando alle previsioni, per il partito è possibile arrivare al 9,3%, con un aumento dell'1,5%. Stando invece alla ricerca di Tamedia avanzerebbero, ma si fermerebbero all'8,5%.

Guardando ai cantoni, Golder vede anche un potenziale non sfruttato nel partito. Nove dei 16 parlamentari verdi-liberali provengono da Zurigo o Berna. «Questo è dovuto al fatto che nei cantoni più piccoli non ci sono di gran lunga le strutture o il personale necessari per implementare l'energia irradiata dal partito a livello nazionale anche nei cantoni». Il potenziale di affermazione in nuovi cantoni tende quindi a essere sopravvalutato.

Su quali temi si concentrano i partiti?

Il Centro ha tre iniziative popolari. Due di queste sono dedicate a uno dei loro cavalli di battaglia: l'uguaglianza finanziaria delle coppie, indipendentemente dal loro stato civile. La petizione «Sì a tasse eque» chiede l'abolizione della sovrattassa che spesso le coppie sposate devono pagare rispetto a quelle non sposate. L'altra, «Sì a pensioni AVS eque», mira a raggiungere l'uguaglianza nella previdenza per la vecchiaia. Il termine per la raccolta della petizione è il marzo 2024.

Déjà vu? Esattamente: nel 2016 un'iniziativa molto simile del centrodestra è stata respinta dal popolo per un soffio. Dato che il Consiglio federale aveva presentato dati errati, il Tribunale federale ha poi stabilito che il voto doveva essere annullato.

«La campagna elettorale permanente non è in realtà un buon ambiente per un partito di centro», afferma Golder. «Non vuole distinguersi dagli altri partiti nella normale attività quotidiana, ma mediare e trovare soluzioni». Per Golder il Centro si affida allo strumento delle iniziative perché la raccolta di firme mobilita il proprio elettorato e allo stesso tempo fa pubblicità al partito.

Il fatto che le due iniziative siano rivolte a un modello di famiglia piuttosto classico non è uno svantaggio. La società sta comunque diventando sempre più individualizzata, ed è per questo che oggi ci sono più partiti del 10% invece di pochi grandi partiti mainstream.

Secondo Golder, i Verdi liberali non stabiliscono i propri temi. «Non hanno ancora stravolto nulla in parlamento». È comunque una delle sue critiche al partito: «Dal punto di vista programmatico, sono difficili da capire». Ci sono sempre argomenti in cui gli esponenti dei Verdi liberali fanno dichiarazioni interessanti, come l'ex leader del partito Martin Bäumle riguardo alla crisi pandemica. «Ma questo è dovuto più ai singoli personaggi, non al programma del partito».

Tuttavia, il partito dei Verdi liberali si è chiaramente distinto sulla questione europea; il leader Jürg Grossen ritiene che la Svizzera avrebbe dovuto firmare l'accordo quadro bilaterale con l'UE. «Mentre gli altri partiti hanno dovuto fare marcia indietro, i Verdi liberali sono riusciti a darsi un profilo proattivo», afferma Golder.

Il partito trae vantaggio dal fatto che non è rappresentato in Consiglio federale e quindi non deve condividere la responsabilità se qualcosa va storto. «I Verdi liberali sono più bravi dei Verdi a svolgere il ruolo di opposizione».

Qual è l'approccio dei partiti alle varie crisi?

Il 2023 è un anno di crisi. Crisi climatica, crisi energetica, guerra in Ucraina.

Golder ritiene che la situazione attuale giochi a favore del partito con il nome «verde» piuttosto che del centro. «La crisi climatica rimane una questione molto centrale». Tutte le crisi non hanno cambiato questa percezione, ed è per questo che i Verdi liberali possono rimanere relativamente rilassati. «Non devono aspettarsi di essere puniti».

Un altro punto di forza è l'ambiente a cui si rivolge: urbano, istruito, moderno e rispettoso dell'ambiente. Persone alle quali le industrie e le strutture tradizionali sono piuttosto estranee. «I Verdi liberali sono molto più bravi del PLR a raccogliere i nomadi digitali e gli elettori più giovani che attribuiscono un valore maggiore all'equilibrio tra lavoro e vita privata».

Golder afferma che il Centro è meno capace di distinguersi nella situazione attuale - soprattutto nel dibattito sulla sicurezza a causa della guerra in Ucraina - rispetto ai partiti strettamente borghesi come il PLR e l'UDC.

Se il Centro riuscisse a difendere la quota di elettori del PPD e del PBD, si tratterebbe di «una cifra non folle, ma nemmeno da sottovalutare», riassume Golder. «Il Centro rimarrebbe quindi uno dei grandi all'interno dei piccoli partiti. E questo nonostante i drammatici cambiamenti che le elezioni del 2019 hanno innescato nel panorama partitico».

Le voci influenti dei due partiti

È il volto e la voce del Centro: Gerhard Pfister, presidente del partito e consigliere nazionale. Il nativo di Zugo trova sempre parole chiare. Di recente, quando è intervenuto nella trasmissione «Arena» della SRF lo ha dimostrato parlando sul tema dell'autorizzazione da parte della Svizzera sulla consegna di munizioni all'Ucraina. «È una contraddizione che il Consiglio federale respinga le richieste dell'Ucraina, ma permetta la consegna di armi direttamente all'Arabia Saudita».

Sanija Ameti siede per i Verdi liberali nel consiglio comunale di Zurigo. Nella sua funzione di co-presidente di Operazione Libero, è una delle voci più importanti per le relazioni chiare con Bruxelles ed è quindi diventata uno dei volti politici più noti in Svizzera.

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