Pandemia Il Consiglio federale vuole ridurre il periodo di quarantena

om, ats

22.1.2021 - 08:28

Il Palazzo Federale a Berna
Il Palazzo Federale a Berna
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Il Consiglio federale vuole permettere alle persone che sono in quarantena per 10 giorni dopo il contatto con una persona infettata dal coronavirus o di ritorno da una zona a rischio di uscirne dopo sette giorni in caso di test negativo. 

Questa proposta di modifica dell'ordinanza, pubblicata ieri, è in consultazione presso i Cantoni fino a oggi, venerdì.

In settembre le associazioni professionali di categoria e le parti sociali avevano chiesto una riduzione del periodo di quarantena a settembre. Ora l'esecutivo federale propone tre opzioni.

La prima prevede la revoca della quarantena per i contatti della persona contagiata in caso di test negativo al settimo giorno. La seconda permetterebbe di abbandonarla in caso di test negativo il primo e il settimo giorno.

La terza variante richiede un test negativo il quinto giorno dopo l'ultimo contatto con la persona infettata. Tuttavia, poiché una parte significativa delle persone sviluppa dei sintomi dopo il quinto giorno, il Consiglio federale sottolinea che una fine della misura a questa data sarebbe possibile solo se un secondo test viene effettuato il settimo giorno e che i Cantoni possono garantirne il controllo.

Il Dipartimento federale dell'interno (DFI) è a favore della prima opzione, che permetterebbe di ridurre la durata della quarantena con un rischio minimo di nuove infezioni e un carico di lavoro supplementare «ragionevole» per i Cantoni.

Stessa strategia per i viaggiatori

Nel caso di quarantene per i viaggiatori provenienti da Stati o zone ad alto rischio di infezione, il Consiglio federale propone una strategia simile.

Secondo il progetto di revisione dell'ordinanza, la persona che entra in Svizzera deve poter presentare il risultato di un test PCR negativo. Al settimo giorno può, a sue spese, sottoporsi a un test PCR o a uno rapido, il cui risultato negativo metterebbe fine alla quarantena, con l'accordo dell'autorità cantonale.

Coloro che non possono presentare un test negativo all'arrivo in Svizzera hanno 48 ore per contattare il cantone competente, altrimenti rischiano una multa.

Secondo le nuove disposizioni proposte, le compagnie aeree sono responsabili di controllare che i passeggeri abbiano un risultato negativo del test PCR prima dell'imbarco.

Togliere il divieto per Gran Bretagna e Sudafrica?

L'esecutivo federale vuole anche che tutte le persone provenienti da una zona a rischio siano obbligate a registrare i loro dati all'entrata in territorio svizzero, indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato. Chi arriva da una zona che non presenta un rischio elevato di infezione dovrebbe fornire i propri dati solo se ha viaggiato in aereo, autobus, treno o nave.

Il Consiglio federale propone inoltre di eliminare il divieto dei voli dal Regno Unito e dal Sudafrica. «Per questi due Paesi, si dovrebbe applicare lo stesso regime che per tutti gli altri Stati terzi», nota il governo.

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