Clima L'impronta CO2 del sistema sanitario uccide quanto gli errori medici

mh, ats

27.10.2023 - 10:34

La risonanza magnetica ha un forte impatto ambientale
La risonanza magnetica ha un forte impatto ambientale
Keystone

Il sistema sanitario svizzero genera troppe emissioni di CO2, secondo Nicolas Senn, direttore del dipartimento di medicina di famiglia dell'Università di Losanna.

Keystone-SDA, mh, ats

Questo impatto ambientale uccide tanto quanto gli errori medici, afferma oggi in un'intervista a Le Temps.

Complessivamente il sistema sanitario elvetico emette una tonnellata di anidride carbonica per abitante all'anno, ciò che rappresenta tra il 6% e l'8% delle emissioni totali di questo gas del Paese. Consuma quindi la quota di carbonio che il Paese potrebbe permettersi se volesse rispettare l'Accordo sul clima di Parigi.

Le emissioni totali attuali della Svizzera – pro capite e all'anno – ammontano a 12-15 tonnellate. Consumare così tanta CO2 sta diventando pericoloso per la salute della popolazione, prosegue Senn.

Cosa consuma più energia?

Gli ospedali sono i maggiori responsabili, con il 75-80% delle emissioni, spiega il medico. Seguono i farmaci, che rappresentano quasi un terzo delle emissioni. Un trattamento per il diabete che prevede la somministrazione di una o due pillole al giorno per un anno, ad esempio, rappresenta 10-12 chili di CO2.

Ma sono le risonanze magnetiche a consumare più energia. Pesano 25 chili di CO2 per unità. «Se fate due risonanze magnetiche all'anno e prendete cinque farmaci, questa è l'unica energia che potreste permettervi di spendere per la vostra salute per rispettare l'Accordo di Parigi», afferma ancora Senn.

Alcune idee per migliorare la situazione

Secondo l'esperto, questi risultati allarmanti devono portare alla definizione di obiettivi che siano all'altezza delle sfide. Altrimenti, aggiunge, c'è il rischio che vengano prese solo delle micro-misure, come l'eliminazione dei bicchieri di plastica.

Senn stima che le emissioni del sistema sanitario potrebbero già essere ridotte del 60-70% grazie al miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici.

Si dovrebbero inoltre utilizzare fonti rinnovabili di elettricità e ridurre la mobilità motorizzata del personale ospedaliero e dei pazienti.