Sostanze chimiche dannoseIn Svizzera ci sono ben 134 siti tossici, ecco le località sul podio
Tgab
26.2.2023
Le sostanze chimiche della classe PFAS sono considerate dannose per la salute ed entrano nel nostro corpo con il cibo e l'acqua potabile. Il «Forever Pollution Project» ha individuato in Europa un numero di siti inquinati molto maggiore di quanto si pensasse in precedenza.
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26.02.2023, 23:04
27.02.2023, 08:39
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Si trovano nei giubbotti antipioggia, nelle padelle in teflon, negli estintori o anche negli imballaggi per le verdure surgelate: le «sostanze per- e polifluoroalchiliche» (PFAS) sono tra le più importanti sostanze chimiche industriali grazie alle loro proprietà idrorepellenti, antisporco e sgrassanti e si trovano in innumerevoli prodotti di uso quotidiano.
Si stima che nell'Unione Europea vengano prodotte e lavorate 300.000 tonnellate di PFAS all'anno.
La cosa perfida è che le PFAS non sono degradabili in natura o lo sono solo dopo molto tempo, si accumulano nel suolo, negli alimenti e nell'acqua potabile e quindi inevitabilmente entrano nel nostro corpo. Gli esperti le chiamano «forever chemicals» (ossia «sostanze chimiche perenni») e si sospetta che possano danneggiare la nostra salute.
Oltre 17.000 siti inquinati in Europa
Diversi studi concludono, ad esempio, che le PFAS possono avere effetti sulla fertilità o portare a ritardi nello sviluppo dei bambini. Viene anche citato un aumento del rischio di alcuni tipi di cancro. Le PFAS possono colpire il fegato, i reni o la tiroide e alterare il metabolismo.
«Le PFAS sono tra le sostanze chimiche più pericolose mai inventate», ha dichiarato Roland Weber, consulente ambientale per le Nazioni Unite, alla Deutsche Welle. Il 98% dei cittadini statunitensi ha le PFAS nel sangue. In studi condotti in India, Indonesia e Filippine, le sostanze tossiche prodotte dall'uomo sono state rilevate in quasi tutti i campioni di latte materno, scrive il giornale.
Per l'Europa, il «Forever Pollution Project», un'indagine condotta da una rete di ricerca internazionale, ha identificato più di 17'000 siti potenzialmente inquinati da sostanze chimiche eterne.
Tra questi vi sono aeroporti e siti militari dove in passato sono state utilizzate schiume antincendio contenenti PFAS, impianti di trattamento delle acque reflue e discariche, nonché aziende industriali che utilizzano PFAS, come l'industria tessile, la finitura dei metalli o gli impianti di lavorazione della carta da macero.
Il progetto mostra che in Europa ci sono più di 2'100 siti che possono essere considerati hotspot delle PFAS, ossia luoghi in cui la contaminazione raggiunge livelli considerati pericolosi per la salute degli individui esposti.
Contaminazione da sciolina in Svizzera
In Svizzera ci sono 134 «punti caldi» di questo tipo. Il sito di gran lunga più inquinato è quello di Obergoms, in Vallese. Qui, una misurazione effettuata nel 2021 ha rilevato una concentrazione di 14.569 nanogrammi di PFAS per chilogrammo di suolo, presumibilmente a causa della cera da sci, ossia la sciolina. Langenthal, nel Canton Berna, si trova al secondo posto con 5.684 nanogrammi per chilogrammo di suolo, mentre Rifferswil (nel Canton Zurigo) al terzo con 5.636 nanogrammi.
A metà dicembre dello scorso anno, il Canton Vallese ha vietato il consumo di pesce proveniente dal canale Stockalper, nel Basso Vallese. Questo perché gli animali erano risultati troppo contaminati dalle PFAS.
Secondo il rapporto «Forever Pollution», una concentrazione di 100 nanogrammi di PFAS per litro di acqua potabile è considerata problematica per la salute. Tutti i 134 siti in Svizzera citati nel rapporto hanno una concentrazione superiore a questi 100 nanogrammi.
L'accumulo nel corpo porta allo stress cronico
In un'intervista sui risultati di «Forever Pollution», il chimico ambientale Martin Scheringer dell'ETH di Zurigo afferma sul «Tages-Anzeiger» che la situazione è grave. Sebbene l'inquinamento dell'acqua con le PFAS non sia generalmente così elevato da far temere conseguenze acute per la salute, può verificarsi un inquinamento cronico, poiché le sostanze, difficili da scomporre, possono accumularsi nell'organismo.
Anche l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) definisce problematiche le PFAS sul suo sito web. I dati di misurazione del 2021 hanno dimostrato che queste sostanze sono presenti anche in Svizzera in misura rilevante, ad esempio nei siti di addestramento antincendio o nelle discariche.
Finora la Confederazione ha fissato un livello massimo per le singole PFAS nell'acqua potabile. Tuttavia, secondo l'Ufficio federale per la sicurezza alimentare e veterinaria (USAV), tale limite dovrà essere rivisto sulla base di una nuova valutazione delle PFAS da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Bonifica dei suoli difficilmente realizzabile
Germania, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia chiedono ora il divieto di queste sostanze chimiche eterne. A gennaio hanno presentato una richiesta in questo senso all'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). La Commissione europea dovrà redigere un regolamento che proporrà poi agli Stati membri. Il divieto dovrebbe quindi essere attuato non prima del 2026.
I cinque Paesi europei stimano che almeno 4,4 milioni di tonnellate di PFAS saranno rilasciate nell'ambiente nei prossimi 30 anni se non ci sarà una regolamentazione delle sostanze chimiche ad alto rischio. Le aziende avranno a disposizione da un anno e mezzo a dodici anni per passare a sostanze alternative, a seconda dell'uso previsto e della disponibilità.
L'umanità dovrà probabilmente convivere con la contaminazione da PFAS già esistente. È estremamente costoso e lungo sbarazzarsi di queste sostanze chimiche una volta che sono entrate nell'ambiente, si legge nel rapporto di «Forever Pollution».
In molti luoghi, le autorità si sono già arrese e hanno deciso di lasciare le sostanze chimiche tossiche nel terreno perché non è possibile ripulirle.