StudioLavoro in Svizzera: orari flessibili preferiti a luogo flessibile
cc, ats
21.4.2021 - 19:58
In Svizzera otto dipendenti su dieci desiderano flessibilità negli orari di lavoro, una cifra molto superiore alla media internazionale. Al contrario, solo uno su dieci sogna un lavoro che può svolgere sempre a distanza, nettamente meno della media.
Keystone-SDA, cc, ats
21.04.2021, 19:58
21.04.2021, 20:06
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È quanto emerge dal «Global Talent Study 2020», condotto da Boston Consulting Group e The Network in collaborazione – per i dati svizzeri – con JobCloud (jobs.ch, jobup.ch) e pubblicato oggi. Lo studio si basa sulle risposte fornite da 208'000 dipendenti e persone in cerca di impiego in oltre 190 paesi nell'ottobre 2020.
Un terzo delle persone interrogate (31%) auspica orari di lavoro interamente flessibili, contro una quota del 10% a livello internazionale. Mentre l'84% vorrebbe che fossero almeno parzialmente flessibili (64%).
Al contrario, solo il 16% degli svizzeri preferisce orari di lavoro fissi, a fronte del 36% a livello internazionale. «I modelli di lavoro flessibili offrono un'opportunità unica: i dipendenti possono essere attivi nel momento in cui sono più produttivi e creativi», ritiene il direttore di JobCloud Davide Villa.
Oltre la metà vorrebbe due o tre giorni di telelavoro
Anche la flessibilità del luogo di lavoro guadagna terreno, soprattutto a causa della pandemia. In futuro oltre la metà degli interpellati in Svizzera vorrebbe avere da due a tre giorni di telelavoro a settimana, non per forza al proprio domicilio. «Ciò può accrescere sensibilmente la motivazione dei lavoratori», sostiene Daniel Kessler, direttore di Boston Consulting Group Svizzera.
Quanto al lavoro esclusivamente a distanza i dipendenti elvetici – come quelli di quasi tutti i paesi industrializzati – si mostrano più conservatori che la media internazionale. Difatti, mentre un quarto degli intervistati a livello mondiale riesce ad immaginarsi di lavorare unicamente a distanza, in Svizzera la quota è di appena il 9%.
Al contempo il tasso di chi non auspica alcuna possibilità di telelavoro si attesta al 14% nella Confederazione a fronte dell'11% a livello internazionale. Nei paesi in via di sviluppo, come le Filippine e numerosi stati africani, oltre il 40% degli interrogati sarebbe felice di lavorare in maniera interamente flessibile e mobile.