La Storia insegnaLe autostrade svizzere torneranno a essere piste d'atterraggio per i caccia?
Di Philipp Dahm
18.1.2024
Ukrainische Jets nutzen Strasse als Piste
Ein im April 2023 veröffentlichtes Video zeigt, wie eine ukrainische Su-27 und eine Mig-29 von Strassen aus in den Einsatz starten.
11.01.2024
Tra il 1970 e il 1991 le Forze aeree svizzere (FA) hanno utilizzato le autostrade come piste di atterraggio. E sembrerebbe che vogliano tornare a farlo, sollecitate dalla guerra in Ucraina.
Di Philipp Dahm
18.01.2024, 12:33
Di Philipp Dahm
Hai fretta? blue News riassume per te
La guerra in Ucraina ha dimostrato che gli aeroporti rappresentano un punto debole militare in caso di emergenza.
In Svizzera le autostrade sono state utilizzate come piste d'atterraggio e di decollo alternative per i caccia dal 1970.
Tra il 1970 e il 1991 si sono verificate dieci esercitazioni simili nel nostro Paese.
Nel 1995 con il programma «Esercito 95» il concetto è stato però abbandonato.
Lo scorso aprile, il comandante delle Forze aeree svizzere Peter Merz ha chiesto che le autostrade siano nuovamente utilizzate come piste di atterraggio.
«Un aereo da caccia è l’arma più letale che esista, quando è in aria», ha detto una volta Mordechai «Motti» Hod. «Ma a terra è estremamente indifeso».
Nel 1967 «Motti» era il comandante dell'aeronautica israeliana, che ha effettuato una delle campagne aeree di maggior successo nella storia militare durante la Guerra dei Sei Giorni. Per prima cosa, in «Operation Focus», 183 aerei israeliani hanno volato a bassa quota verso l’Egitto per attaccare 11 aeroporti del Paese.
L'aviazione militare egiziana, la più moderna tra gli Stati arabi, è stata distrutta prima ancora di poter decollare. Gli israeliani si sono quindi stabiliti negli aeroporti in Giordania, Siria e Iraq: con questo approccio lo Stato ebraico si è assicurato la superiorità aerea per il resto della guerra.
Primi atterraggi sulle autostrade svizzere nel 1970
Il modo di agire israeliano ha creato un precedente in Oriente e in Occidente. Dato che durante la Guerra Fredda in caso di emergenza era possibile il lancio di missili nucleari, gli aeroporti sono diventati un tallone d’Achille per gli strateghi militari.
A cercare una soluzione a questo dilemma non sono solo gli stati della NATO e del Patto di Varsavia, ma anche Paesi neutrali come la Svezia e la Svizzera.
Le alternative alla piste d'atterraggio sono le strade: basta un rettilineo lungo circa tre chilometri e su cui nessun ponte possa interferire con un jet.
La Svezia ha sviluppato il suo caccia pensando specificamente allo scenario in cui in casi estremi non ci siano più aeroporti disponibili: il Jas 39 Gripen di Saab è progettato per operare su piste temporanee e dispone persino di un sistema antibloccaggio (ABS).
La Svizzera ha sperimentato per la prima volta l'idea il 16 settembre 1970 con i jet De Havilland Venom: un tratto lungo tre chilometri e mezzo dell'A1 è stato chiuso vicino a Oensingen, nel Canton Soletta, dal 3° reggimento di aeronautica, e trasformato in una pista di atterraggio.
Nonostante fosse stata tenuta segreta, anche l’opinione pubblica svizzera è venuta a conoscenza dell'esercitazione.
Durante la Guerra Fredda le autostrade sono state costruite in modo tale da diventare un'alternativa per gli aerei da caccia in caso di conflitto: ad esempio il tratto dell'A1 tra Morat e Payerne, completato nel 1990, corre parallelo alla pista di atterraggio della base aerea di Payerne.
Il rilancio dell'autostrada come pista d'atterraggio in aprile?
Dopo la caduta del Muro di Berlino e il successivo crollo dell’Unione Sovietica, il concetto è però passato di moda: nel 1995 l’Esercito svizzero lo ha accantonato.
Da un lato il pericolo è stato eliminato, dall'altro è aumentato il rischio di incidenti nelle zone coinvolte, in quanto nei tratti interessati venivano tesi dei cavi d'acciaio al posto del guardrail.
Anche altri Paesi hanno abbandonato questo uso: per esempio la Germania ha consentito per l’ultima volta l’atterraggio di aerei sulle autostrade nel 1984 durante l'«Operation Highway 84». Le potenziali piste sono rimaste però intatte, come in Ucraina.
E con lo scatenarsi della guerra in Ucraina nel febbraio 2022 è diventato chiaro che queste alternative potrebbero tornare ad essere importanti nel caso in cui scoppiasse un conflitto (vedi il video in cima all'articolo, ndr).
Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ne ha preso infatti visione: le Forze aeree svizzere vogliono nuovamente praticare questo tipo di decolli e atterraggi sull'A1, come fanno ancora gli americani.
Anche la Gran Bretagna ha ripreso queste esercitazioni.
L'ultima manovra di questo tipo ha avuto luogo in Ticino, a Lodrino, nel 1991 (vedi il video qui sotto, ndr).
In totale tali esercitazioni si sono svolte dieci volte: nel 1970 a Oensingen (SO), nel 1974 a Münsingen (BE), nel 1977 a Flums (SG), nel 1978 ad Alpnach (OW), nel 1980 a Bex (VD), nel 1982 di nuovo a Münsingen, nel 1985 di nuovo a Flums, nel 1988 di nuovo ad Alpnach e a Sion (VS) e nel 1991 a Lodrino.
Lo scorso aprile il suo comandante Peter Merz aveva avvertito che le Forze aeree svizzere dovevano nuovamente allenare la propria flessibilità in fase di decollo e atterraggio.
«Il nostro obiettivo è quello di poter decollare e atterrare il più rapidamente possibile aerei da ex aeroporti militari o autostrade», ha detto al «Südostschweiz».
Adesso tocca al Consiglio federale eventualmente mettere in pratica le sue parole.