TerrorismoLegami ISIS, Berna chiede di denaturalizzare
ATS
1.1.2020 - 11:25
La Svizzera continua la lotta contro lo Stato islamico. La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) vuole revocare il passaporto rossocrociato a una 30enne proveniente dalla Svizzera romanda in seguito ai suoi legami con l'ISIS.
La donna, che possiede anche la nazionalità francese, è originaria di Berolle, un comune vodese nei pressi di Morges. Tuttavia, le autorità non sanno dove si trovi attualmente, si legge in una notifica presente sul Foglio federale pubblicato ieri.
Secondo il sito internet del quotidiano svizzerotedesco Tages Anzeiger, la 30enne è nata e cresciuta a Ginevra. Nel 2016 è poi partita con le due figlie maggiori – all'insaputa dei rispettivi padri – in direzione della Siria, nei territori controllati dallo Stato islamico.
Lì, secondo quanto sostiene il giornale, la donna si è sposata con un combattente dell'ISIS, morto in un raid di droni nel 2018. La vedova ora si troverebbe in un campo nel nord della Siria con i suoi tre bambini. Le informazioni, tuttavia, non possono essere verificate. La SEM sta ora lavorano per rimpatriare i bambini, anche se i tentativi sono finora falliti anche a causa dell'opposizione da parte della madre.
La decisione legata al ritiro del passaporto svizzero può ancora essere oggetto di ricorso – entro 30 giorni – al Tribunale amministrativo federale (TAF), indica il documento della SEM.
Un caso raro
Dalla Seconda guerra mondiale sarebbe solo la seconda volta che un cittadino svizzero venga «denaturalizzato». Il primo caso si è verificato lo scorso settembre, quando la SEM ha deciso di revocare il passaporto a una persona con la doppia cittadinanza svizzero-turca. L'uomo, che ha realizzato propaganda e reclutato combattenti a favore di un'organizzazione di matrice islamica vietata, era stato condannato a una pena detentiva di diversi anni per legami con l'ISIS.
La SEM può revocare la nazionalità elvetica a una persona che possiede anche quella di un altro Stato qualora la sua condotta sia di grave pregiudizio agli interessi, e quindi alla sicurezza, della Svizzera. Gravi crimini commessi nel quadro di attività terroristiche o di estremismo violento rientrano in questo campo di applicazione.
Procedimenti in corso
In giugno, il Consiglio federale aveva affermato che erano stati identificati oltre dieci binazionali sospettati di aver partecipato all'estero ad attività nell'ambito del terrorismo. Il ritiro del passaporto è infatti possibile solo e unicamente se le persone interessate hanno anche un'altra nazionalità. In caso contrario, la Confederazione creerebbe degli apolidi – soggetti privi di qualunque cittadinanza – e ciò è contrario al diritto internazionale.
Per le persone che hanno a che fare con l'ISIS nel conflitto siriano «attualmente sono in corso meno di cinque procedimenti» in merito a un eventuale revoca del passaporto. Lo sostiene Daniel Bach, portavoce della SEM, su richiesta dell'agenzia Keystone-ATS. Per altri 15-20 casi, invece, si sta ancora valutando la possibilità di intraprendere questa misura.
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