Nuova classifica La Svizzera fa passi indietro sui diritti dei lavoratori 

hm, ats

12.6.2024 - 17:01

Secondo l'Unione sindacale svizzera il Consiglio federale non fa quello che dovrebbe.
Secondo l'Unione sindacale svizzera il Consiglio federale non fa quello che dovrebbe.
Keystone

La Svizzera fa passi indietro in materia di diritti dei lavoratori.

Keystone-SDA, hm, ats

In una classifica stilata dalla Confederazione sindacale internazionale (CSI) il paese di Guglielmo Tell vede scendere da 2 a 3 il suo voto su una scala di sei posizioni che va da 1 (giudizio migliore) a 5+ (peggiore).

Il risultato elvetico è negativo, sottolinea in un comunicato odierno l'Unione sindacale svizzera (USS) in occasione di una conferenza dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) in corso a Ginevra. Concretamente il voto 3 significa che vi sono regolari violazioni dei diritti.

A cosa è dovuto l'arretramento?

La ragione dell'arretramento è da ricercare nell'inadeguata protezione contro i licenziamenti abusivi, un fenomeno che secondo la CSI dura ormai da anni.

«La Confederazione non rispetta i suoi obblighi internazionali e permette che i dipendenti che si battono per i loro colleghi vengano puniti arbitrariamente e perdano il posto di lavoro», si legge nella nota.

Secondo il rapporto della CSI nell'ultimo periodo di riferimento 21 persone sono state licenziate ingiustamente in Svizzera perché erano attivisti sindacali e si battevano per i diritti collettivi stabiliti nei contratti collettivi di lavoro (CCL).

Ma il numero di licenziamenti abusivi non dichiarati, compresi quelli antisindacali, è probabilmente molto più alto, poiché la Svizzera non tiene statistiche in merito, argomenta l'USS. L'organizzazione esorta quindi il Consiglio federale ad agire rapidamente per applicare le raccomandazioni dell'ILO.