Sessione Limiti all'immigrazione, UDC contro tutti

ATS

16.9.2019 - 22:09

Roberta Pantani, Lega, durante il suo intervento al Consiglio nazionale sull'iniziativa dell'UDC volta a limitare l'immigrazione.
Roberta Pantani, Lega, durante il suo intervento al Consiglio nazionale sull'iniziativa dell'UDC volta a limitare l'immigrazione.
Source: KEYSTONE/ANTHONY ANEX

Anche se per conoscere la raccomandazione di voto del Nazionale sull'iniziativa popolare dell'UDC volta a limitare l'immigrazione, di fatto una disdetta «camuffata» dell'accordo sulla libera circolazione, bisognerà attendere il 25 settembre, la bocciatura è certa.

Tranne i democentristi, tutti gli altri partiti sono infatti contrari a questa proposta poiché, a loro parere, metterebbe a repentaglio il benessere del Paese e le sue relazioni con Bruxelles e, soprattutto, la via bilaterale seguita finora con l'Unione Europea.

In molti hanno messo in guardia dal finire come la Gran Bretagna, che non sa più che pesci pigliare a causa della Brexit.

In gioco l'economia della Svizzera, ma non solo

Se per tutti i partiti contrari all'iniziativa è in gioco l'economia della Svizzera, il campo rosso-verde ha insistito molto sull'obiettivo dell'iniziativa di farla finita con le misure collaterali a tutela del mercato del lavoro.

I democentristi vogliono insomma tornare ai contingenti («sistema molto burocratico») riesumando il famigerato statuto dello «stagionale» («inumano») che vedeva padri e madri separati dai loro figli e imporre la legge del più forte. L'UDC vuole fare un passo indietro per tornare «all'età della pietra», seminando odio e dividendo le persone in «buoni» e «cattivi».

Le motivazioni dei democentristi

Per i democentristi, avanti di questo passo la Svizzera conterà tra poco 10 milioni di abitanti (adesso 8,5 milioni, n.d.r). Le conseguenze? Strade e infrastrutture sempre più sotto pressione, maggiore inquinamento, paesaggi sfigurati causa della costruzione di nuove abitazioni, problemi con le assicurazioni sociali, perdita di identità.

I dibattiti sono stati interrotti dalla presidente della Camera, Marina Carobbio (PS/TI) alle 21.45, come previsto, quando alla tribuna aveva appeno smesso di parlare il 68esimo deputato sugli 80 presenti in lista. Troppo poco il tempo a disposizione oggi per «digerire» tutti i «Ciceroni».

In campagna elettorale

La lunghissima sequela di interventi (e di quelli che verranno) si spiega con le elezioni federali dietro l'angolo (si voterà infatti il 20 di ottobre), per le quali si presentano ben 4652 tra donne e uomini, il numero più alto di sempre, tutti mossi dal desiderio di assicurasi un seggio alla Camera del popolo.

L'occasione odierna, soprattutto per chi ambisce a un altro mandato, era quindi troppo ghiotta, perché in programma c'è un'altra iniziativa contro la libera circolazione delle persone, cavallo di battaglia di quell'UDC (partito dato dai sondaggi in perdita di velocità anche se saldamente in testa alle preferenze degli elettori) per farsi pubblicità.

Tranne Marina Carobbio, impossibilitata per motivi istituzionali, diversi sono stati i deputati ticinesi a prendere la parola. Tutti hanno sottolineato i problemi del Ticino in relazione alla libera circolazione, proponendo però soluzioni opposte per affrontarli.

Chiesa: «Libera circolazione, impatto catastrofico»

Per Marco Chiesa (UDC), la libera circolazione ha provocato a Sud delle Alpi un impatto catastrofico: sottoccupazione, sostituzione dei lavoratori residenti e dumping. Per la prima volta nella sua storia i lavoratori stranieri hanno superato quelli residenti. La conseguenza? Più concorrenza e meno benessere, specie per il ceto medio, per non parlare della pressione sulla infrastrutture. In Ticino mi sento come un ospite, e «nemmeno troppo benvenuto».

I Ticinesi, per il deputato luganese, non hanno più fiducia nel futuro a causa della libera circolazione e temono per i loro figli. Quando cercano lavoro, viene sbattuta loro la porta in faccia. Dagli altri Cantoni non chiediamo comprensione, bensì soluzioni. Rivoglio le chiavi di casa della mia Svizzera, ha dichiarato Chiesa.

A detta di Roberta Pantani (Lega), esponente di un movimento da sempre in prima fila nella denuncia della libera circolazione, quest'ultima ha portato all'esplosione dell'immigrazione in Svizzera: dal 2002 si contano 700 mila residenti in più, con tutte le conseguenze del caso anche a livello di assicurazioni sociali.

Le misure collaterali non bastano più stando alla deputata di Chiasso: a causa dell'immigrazione, assistiamo a un lento ma inesorabile declino delle nostre condizioni di vita, specie nel Ticino, con i giovani residenti che fanno fatica a trovare lavoro.

Un fallimento

Per Pantani, vista la situazione globale, l'accordo sulla libera circolazione va rinegoziato oppure disdetto. Secondo l'esponente leghista in parlamento, anche dopo una disdetta della libera circolazione, gli accordi bilaterali I ad essa collegati non cadranno come prevede la clausola ghigliottina. Per l'Ue sono economicamente vantaggiosi.

Lorenzo Quadri (Lega) ha denunciato un'invasione da Sud tra frontalieri e padroncini, con quest'ultimi che hanno messo in ginocchio gli artigiani locali. Grazie alla politica delle frontiere spalancate siamo diventati stranieri in casa nostra, ha sottolineato Quadri.

In Ticino, dove i lavoratori residenti vengono sostituiti da manodopera straniera, assistenza e working poor sono diventati il «pane quotidiano». Il Ticino, abbandonato da Berna, è stato mandato allo sbaraglio per obbedire all'Ue. Avanti di questo passo, saremo stranieri nel nostro Paese. Lasciamo che siano gli Svizzeri a decidere sull'immigrazione, non i burocrati di Bruxelles.

Romano: «Un pericoloso inganno»

Nessun dubbio per Marco Romano (PPD/TI): l'iniziativa dell'UDC è un «grande e pericoloso inganno». La disdetta della libera circolazione non è la soluzione per affrontare problemi come il dumping; tali fenomeni si contrastano mediante il rafforzamento delle misure collaterali, misure che proprio l'UDC non vuole.

Per il deputato di Mendrisio la Svizzera non deve gettare al vento le proprie relazioni con l'Ue. Non è rescindendo la libera circolazione che i Ticinesi troveranno lavoro domattina. I problemi di cui soffre il Ticino, «li ha generati l'evoluzione economica e sociale, l'irresponsabilità di certi imprenditori e la trasformazione in corso nel terziario».

A detta di Romano, una disdetta della libera circolazione sfocerebbe in una situazione simile alla Brexit. «Vogliamo far sprofondare il Paese nella stessa situazione di Londra? A che pro? Per Romano dobbiamo tenerci stretti gli accordi bilaterali, specie in una momento storico attuale in cui molto si decide a Bruxelles, comprese le «nostre relazioni con l'Italia».

Per il collega di partito di Romano, l'imprenditore Fabio Regazzi (PPD), non sarà facile per un Ticinese non lasciarsi tentare da questa iniziativa. Tuttavia, il testo mette in gioco conquiste importanti come gli accordi bilaterali, i cui benefici economici sono riconosciuti. Non mandiamo insomma tutto all'aria, anche se dobbiamo prendere sul serio le preoccupazioni della popolazione, specie in Ticino.

Merlini: «Non gettare il bambino con acqua sporca»

La maggior parte dei lavoratori europei che viene in Svizzera per lavorare ha un'elevata formazione e sono particolarmente utili alla nostra economia, ha affermato Giovanni Merlini (PLR/TI). Queste persone agevolano i necessari cambiamenti strutturali del mercato lavoro e la digitalizzazione.

Vi sono senz'altro aspetti critici, specie per quei cantoni di frontiera, come il Ticino, alle prese con un elevata presenza di frontalieri. La situazione è seria, ma «non va drammatizzata». Tali problemi vanno però risolti mediante misure volte a promuovere la formazione per quei residenti che hanno un basso livello di istruzione, compresi anche i disoccupati anziani, come prevede un pacchetto di misure del Consiglio federale.

Merlini ha poi ricordato la preferenza indigena per i disoccupati in cerca di impiego, un provvedimento che mitiga gli effetti indesiderati della libera circolazione. È così che si contrastano gli effetti problematici, per il deputato locarnese, non «gettando il bambino con l'acqua sporca» e destabilizzando le nostre relazioni con l'Ue.

Benefici per la crescita

Utilizzando un'altra metafora, per il consigliere nazionale e imprenditore Rocco Cattaneo (PLR) «non si spara ai passeri con un cannone», come fa l'iniziativa dell'UDC. La libera circolazione ha contribuito alla crescita generale della nostra economia e al nostro benessere, tanto che oggi abbiamo il tasso di disoccupazione più basso da 18 anni in qua. Non dobbiamo azzoppare questo dinamismo, reintroducendo i contingenti.

Gli effetti negativi vanno combattuti con maggiori controlli nell'ambito della misure collaterali e investendo maggiormente nella formazione dei giovani e meno giovani. Il nostro dovere, per il deputato PLR, «è costruire, non distruggere; dobbiamo impiegare le nostre energie per creare sviluppo economico e sociale». Cattaneo ha ricordato che la libera circolazione non è a senso unico, visto che mezzo milione di Svizzeri vive nello spazio Ue.

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