Salute L'industria farmaceutica «cura» i medici con parecchio denaro

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15.4.2019

L'industria farmaceutica versa grosse somme a ospedali, organizzazioni vicine al settore sanitario e medici.
L'industria farmaceutica versa grosse somme a ospedali, organizzazioni vicine al settore sanitario e medici.
Keystone

L'industria farmaceutica stanzia molto denaro per ospedali e organizzazioni vicine al settore sanitario. Ma somme elevate vengono versate anche ai medici, sotto forma di onorari o di sponsorizzazioni. 

Di recente si è appreso che le autorità tedesche hanno proceduto a una serie di perquisizioni in alcuni locali dell'industria farmaceutica Roche a Grenzach, in Germania. Come riportato dal «Tages-Anzeiger», il tribunale sospetta che un medico abbia prescritto farmaci del marchio svizzero e di altre aziende del settore in cambio di fondi concessi ad un'organizzazione a lui vicina.

In Svizzera, allo stesso modo, è usuale che le industrie farmaceutiche gratifichino i medici, gli ospedali e le farmacie con donazioni, onorari e sponsorizzazioni, come riportato dal «Blick» dopo un'analisi congiunta, realizzata con il «Beobachter», la «Handelszeitung» e «Le Temps». Secondo le conclusioni, pubblicate sul sito www.pharmagelder.ch, 162,6 milioni di franchi sono stati versati dalle aziende farmaceutiche a «medici & co.» nel solo 2017, ovvero il 16% in più di quanto fatto due anni prima.

L'aumento è legato soprattutto ai rimborsi spese per congressi e a sponsorizzazioni. Così, un medico si è visto ad esempio rimborsare 1'721 franchi per una conferenza, mentre l'associazione dei farmacisti di Zurigo ha ricevuto 20'000 franchi nell'ambito di una sponsorizzazione.

Quasi 100'000 franchi di onorari

Le cifre più elevate sono state tuttavia versate a «opinion leader», medici o organizzazioni che godono di grande reputazione e di forte influenza. Ad esempio, gli ospedali universitari di Basilea, Losanna e Zurigo,  o l'Inselgruppe (che comprende anche l'ospedale universitario di Berna) avrebbero ricevuto tutti somme considerevoli, di più di due milioni di franchi, nel corso del 2017. Mentre l'organismo di formazione medica Excemed avrebbe ottenuto un totale di 4,7 milioni di franchi, e la Società europea di oncologia medica (ESMO), con sede a Viganello, nel Canton Ticino, sarebbe arrivata a ricevere 10,3 milioni.

Somme ingenti sarebbero state versate anche a privati. Ad esempio, il celebre oncologo Rolf Stahel, resonsabile del Centro di oncologia dell'ospedale universitario di Zurigo (CCCZ), avrebbe percepito 98'900 franchi per onorari da parte di diverse società farmaceutiche nel 2017. Il suo vice presso il CCCZ, Michael Weller, avrebbe ottenuto circa 58'300 franchi, mentre Jan Steffel, vice-direttore della clinica del Centro universitario di cardiologia di Zurigo, avrebbe intascato 67'100 franchi in onorari.

I medici hanno sottolineato il fatto di aver regolarmente dichiarato gli introiti ricevuti per le loro prestazioni professionali e di essersi conformati alle regole degli ospedali nei quali lavorano. Le società farmaceutiche, da parte loro, hanno citato il Codice di cooperazione farmaceutica (CCP) del loro organismo centrale, Scienceindustries, secondo il quale i versamenti «non devono essere [visti] come uno sprone a raccomandare, prescrivere, procurarsi, consegnare, vendere o somministrare determinati farmaci ad uso umano». Le stesse industrie sostengono che tale denaro è utilizzato per la condivisione di conoscenze e per collaborazioni con i medici «essenziali per la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie».

Un'indipendenza minacciata

Eppure, questi versamenti sembrano porre dei problemi. Alcuni studi dimostrano infatti che anche le piccole «attenzioni» concesse ai medici, ad esempio gli inviti a cena, hanno degli effetti sui farmaci che essi scelgono di prescrivere. Nel caso dei medici americani, che percepiscono anche più di 5'000 dollari (circa 5'200 franchi), secondo lo studio si osserva un aumento medio del 19% nella frequenza di prescrizione di determinati prodotti.

Thomas Cerny, presidente della Ricerca svizzera contro il cancro, mette dunque in guardia circa il rischio di conflitti d'interesse. Ha dichiarato infatti al «Blick» di non poter difendere «il fatto che alcuni dipendenti di ospedali pubblici ricevano da parte di aziende farmaceutiche favori economici, con totali che raggiungono le cinque o le sei cifre». A suo avviso, più un individuo è in grado di influenzare le opinioni, più «deve difendere la propria indipendenza». E ciò anche «con la necessaria distanza rispetto all'industria farmaceutica».

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