Barometro elettoraleIl politologo: «Siamo all'inizio di un'inversione di tendenza»
Di Monique Misteli
27.10.2022
Il primo barometro elettorale mostra che l'«onda verde» si sta esaurendo e che i partiti borghesi stanno guadagnando terreno. Il politologo Michael Hermann ci spiega cosa significa tutto ciò per le elezioni federali del 2023.
Di Monique Misteli
27.10.2022, 13:52
27.10.2022, 13:56
Di Monique Misteli
Signor Hermann, il sondaggio reso pubblico mercoledì afferma che, nonostante i tempi turbolenti, la situazione politica è «notevolmente stabile». Lei si aspettava grandi cambiamenti?
Se si considerano i risultati attuali con gli sviluppi nei Paesi circostanti, sì, devo dire che ci si poteva aspettare grandi cambiamenti. Eppure non sono molto sorpreso, perché ciò è «tipicamente svizzero».
Finora siamo stati risparmiati dalle grandi crisi, come l'alta inflazione. Ma in quei casi sono i Governi a essere più chiamati in causa, non i partiti stessi. Il nostro Esecutivo è un'ampia alleanza tra i vari schieramenti politici. Ecco perché i singoli partiti non vengono puniti con scarsi risultati elettorali per le azioni del Consiglio federale.
L'onda verde si neutralizza da sola, in quanto il barometro prevede che i Verdi liberali guadagnino il maggior numero di elettori, mentre i Verdi ne dovrebbero perdere lo stesso numero. Cosa significa questo per la politica climatica?
Chi è Michael Hermann
Keystone
Michael Hermann (51) è un geografo e politologo. È a capo dell'istituto di ricerca Sotomo e sente regolarmente il polso della popolazione svizzera con sondaggi. Insegna inoltre presso il Dipartimento di geografia dell'Università di Zurigo.
Sebbene la questione climatica sia ancora di attualità come nel 2019, essa è cambiata in quanto l'intero dibattito sul clima e sull'energia ora riguarda anche la sicurezza dell'approvvigionamento e la sovranità energetica.
Si tratta di questioni che riguardano anche altri partiti. Questo non dovrebbe quindi significare un'inversione totale della politica climatica, ma solo che non aumenterà di importanza.
La pretesa dei Verdi di ottenere un seggio in Consiglio federale è quindi in pericolo?
È sempre possibile provare a rivendicarlo. Ma per entrare in Consiglio federale, i Verdi avrebbero bisogno di altre vittorie elettorali consecutive. Solo così potrebbero esercitare una pressione sufficiente. Se perdono di poco, non vedo alcuna possibilità di ottenere una poltrona in Governo.
Secondo i risultati del sondaggio, il PLR è uno dei vincitori. Come ha fatto il partito a gestire la presunta inversione di tendenza?
Nel precedente barometro elettorale, il Covid era ancora un problema preponderante. È stato un tema che ha diviso il partito. Anche il voto sulla legge sulle emissioni di CO2 ha provocato un allontanamento della base e del partito. Thierry Burkart è riuscito a riavvicinare la base e il partito e a conquistare la fiducia. Questo perché il PLR funziona meglio quando assume una posizione chiaramente borghese.
Il pendolo politico è destinato a tornare a oscillare dopo lo slittamento a sinistra del 2019. Siamo di fronte a un riorientamento verso destra?
Sì e no. Diciamo che il pendolo è ora a metà strada. Nel 2019, il Consiglio nazionale è diventato molto più di sinistra rispetto al passato. Il pendolo ora sta quindi oscillando per fare in modo di avere un Parlamento borghese come nel 2015. Si può dire che sta semplicemente correggendo la precedente virata verso sinistra.
Cosa significano i risultati emersi ieri sera per la prossima campagna elettorale?
Innanzitutto, diamo uno sguardo al passato: la questione del clima è emersa solo nel 2018, appena un anno prima delle ultime elezioni. Quindi è bastato un solo anno per scatenare l'onda verde.
Per le prossime elezioni, le questioni sociali come i premi di cassa malati o il costo della vita acquisteranno probabilmente maggiore importanza, il che dovrebbe giocare a favore del PS. Allo stesso tempo, con l'attuale alto tasso di immigrazione, la questione potrebbe prendere peso, dando slancio in questo caso all'UDC.
Penso quindi che siamo all'inizio di un'inversione di tendenza, nella quale gli ecologisti hanno raggiunto il loro apice, con anche i Verdi Liberali che stanno perdendo slancio, mentre democentristi e socialisti si ritroveranno in una posizione migliore.