La stampa svizzera Maurer: «Fra provocazione e normalità»

sj, ats

1.10.2022 - 10:32

Con le dimissioni del Consigliere federale Ueli Maurer, uno dei politici svizzeri di maggior successo del paese esce di scena (foto d'archivio).
Con le dimissioni del Consigliere federale Ueli Maurer, uno dei politici svizzeri di maggior successo del paese esce di scena (foto d'archivio).
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Con le dimissioni del Consigliere federale Ueli Maurer, uno dei politici svizzeri di maggior successo del paese esce di scena. Nel corso dei suoi 14 anni di permanenza in governo, Maurer è maturato come statista, sottolineano gli editorialisti.

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Ueli Maurer ha lavorato per la Svizzera per 44 anni. Non è stato sempre facile, ma il Paese gli deve molto, scrive la «Neue Zürcher Zeitung». Con lui se ne va uno dei più convincenti rappresentanti della Svizzera. Maurer aveva sostenuto la linea di ferro di Christoph Blocher e insieme ad altri esponenti zurighesi hanno reso l'UDC ciò che è oggi: la più importante forza politica della Svizzera. Un partito di destra, anche piuttosto a destra nel confronto internazionale.

Maurer ha realizzato ciò che Blocher non è riuscito a fare, scrive «Blick»: è passato dal ruolo di leader del partito a quello di consigliere federale come se avesse premuto un pulsante. Da un giorno all'altro si è mostrato improvvisamente riservato, pur rimanendo straordinariamente fedele a se stesso. A qualcuno mancherà.

Nel Consiglio federale ci sono stati probabilmente due Ueli Maurer, scrive il caporedattore di «24 Heures». «Il Ministro dell'Esercito, stentato, goffo, con l'elmetto e non molto a suo agio, come altri prima e dopo di lui, in questo dicastero che non gli piaceva». «Alle Finanze, si è liberato, è cresciuto, ottenendo un punteggio quasi sovietico nella sua ultima elezione alla presidenza della Confederazione».

Un doppio ruolo

Maurer se ne va così come aveva governato: diviso tra il ruolo di statista e quello di oppositore, commentano i giornali di «Tamedia». Anche nei confronti del suo stesso partito, Maurer era rimasto a volte imprevedibile. Con le sue dimissioni alla fine dell'anno, Maurer fa un ultimo regalo al suo partito che, un anno prima delle elezioni federali, avrà l'opportunità di mettere in mostra le sue personalità di punta, in particolare Albert Rösti e Natalie Rickli.

«Ueli Maurer ha spesso giocato con i limiti della collegialità, ma ha comunque rispettato le istituzioni, a differenza di Christoph Blocher», riassume «Le Temps». «In 40 anni di carriera, è diventato una delle figure politiche più note del Paese. Nella Svizzera tedesca è una vera e propria star».

Sotto il suo aspetto bonario, è un maestro della comunicazione politica, per lui e per il suo partito. «Senza Ueli Maurer, l'UDC non sarebbe mai diventata la principale forza politica del Paese», afferma il giornale. «Christoph Blocher ha naturalmente svolto un ruolo decisivo a livello ideologico, ma è lui che ha girato la Svizzera in lungo e in largo per promuovere i nuovi conservatori.

«Ueli Maurer: il maestro della provocazione se ne va», titola il portale online «watson.ch». Il ministro delle Finanze UDC «ha sempre avuto un doppio ruolo» nel Consiglio federale: «Spesso è sembrato meno impegnato in governo che nel suo partito».

«Il suo curriculum politico rimane piuttosto scarno»

Per quanto riguarda suo il bilancio, «Le Temps» è severo: «Il suo curriculum politico rimane piuttosto scarno. Quando era a capo dell'esercito, non riuscì, dopo una campagna catastrofica, a convincere gli svizzeri ad acquistare il Gripen. E proprio di recente ha fallito nelle sue riforme fiscali: non sono state abolite né l'imposta di bollo né l'imposta preventiva», ricorda l'editorialista.