Franz Weber, noto per le sue decennali battaglie a difesa di natura e paesaggio – tra cui quella recente, vinta, contro le residenze secondarie – è morto martedì scorso, 2 aprile, a Berna. Nato a Basilea ma vodese d'adozione, avrebbe compiuto 92 anni il 27 luglio.
«La scomparsa del fondatore e presidente onorario della Fondazione Weber, lascia la famiglia, gli amici, i compagni di lotta e i colleghi in una profonda tristezza», scrive la fondazione in una nota odierna.
«Perdo il mio caro padre e la mia guida nella lotta per un mondo in cui valga la pena vivere», afferma la figlia Vera, presidente della fondazione in difesa di animali, natura, paesaggio e cultura, succeduta al padre cinque anni fa.
Un pubblico commiato si terrà all'inizio dell'estate allo storico Grandhotel Giessbach sul lago di Brienz nell'Oberland bernese, che Weber aveva contribuito a salvare dalla demolizione nel 1983.
Terzo di sette fratelli e sorelle, all'età di 10 anni Franz Weber perde la madre. Nel 1949 lascia la Svizzera per Parigi, dove si lancia nel giornalismo. Divenuto più tardi attivista ecologico e stabilitosi a Montreux, nel canton Vaud, Weber farà spesso uso dei media per far passare le sue idee.
Sono state almeno 150 le sue battaglie, condotte non solo in Svizzera ma a livello planetario.
L'approvazione dell'iniziativa popolare per limitare le residenze secondarie al 20% degli alloggi totali, approvata da popolo e cantoni il 12 marzo 2012, è stata una delle più grandi vittorie firmate dalla fondazione Franz Weber.
L'impegno del basilese contro la cementificazione della Svizzera era tuttavia iniziata decenni prima. Nel 1965 aveva fermato la realizzazione di un grande progetto immobiliare destinato ad accogliere 25'000 persone nel comune grigionese di Surlej, in alta Engadina. Nel 1973 aveva poi messo in cantiere un'iniziativa federale in cui si chiedeva che le costruzioni autostradali fossero sottoposte a referendum, iniziativa respinta in votazione popolare nel 1978.
Le sue a volte aspre lotte, come la protezione della zona di Lavaux, hanno spesso mosso l'opinione pubblica. Per salvaguardare la regione vinicola vodese sul lago Lemano Weber aveva lanciato tre iniziative popolari. Le prime due erano state accettate dal popolo nel 1977 e nel 2005, permettendo alla regione di far parte del patrimonio mondiale dell'Unesco. Nel 2014, la terza iniziativa era però stata contestata dal governo vodese e dai viticoltori per poi essere respinta anche dal popolo.
Nel 1976, aiutato dall'attrice Brigitte Bardot, Weber aveva lanciato la ben nota campagna contro i massacri dei cuccioli di foca nel Canada, campagna che aveva condotto in pochi anni, grazie all'appoggio del Consiglio dell'Europa e di parecchi governi, ad una diminuzione del 75% del mercato delle pelli di foca. I due avevano rilanciato nel dicembre 2005 una nuova campagna contro i massacri.
Con l'associazione Helvetia Nostra, fondata nel 1977, Weber aveva poi lanciato una iniziativa contro il rumore degli aerei da combattimento nelle regioni turistiche, bocciata tuttavia dal popolo svizzero il 24 febbraio 2008.
In occasione dei suoi 90 anni, il 27 luglio 2017, la figlia Vera aveva comunicato che il padre aveva ormai perso il suo spirito combattivo, che soffriva di demenza e che ormai da un anno circa era ricoverato in un foyer per persone anziane.
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