Arte Musei e importazioni opere: dogane fanno dietrofront

hl, ats

12.4.2023 - 17:20

I musei svizzeri espongono spesso artisti stranieri, come il Kunstmuseum di Basilea con le opere dell'artista americana Shirley Jaffe (1923 - 2016). (immagine d'archivio)
I musei svizzeri espongono spesso artisti stranieri, come il Kunstmuseum di Basilea con le opere dell'artista americana Shirley Jaffe (1923 - 2016). (immagine d'archivio)
Keystone

A seguito di una protesta dei musei, la dogana svizzera interrompe per ora l'operazione di controllo delle opere d'arte importate esenti da tasse. Le condizioni quadro non sono state spiegate chiaramente, dando luogo a interpretazioni errate.

Keystone-SDA, hl, ats

L'operazione è stata interrotta, ha indicato oggi l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) all'agenzia Keystone-ATS. L'intenzione non era di esigere che tali opere d'arte importate esenti da tasse fossero esposte in modo permanente. È quindi consentito immagazzinarle, per cui la prassi attuale non verrà modificata.

Domenica scorsa la NZZ am Sonntag ha rivelato che degli uffici doganali avevano inviato a inizio anno lettere ai musei nelle quali chiedevano che fossero esposte in modo permanente le opere importate. In caso contrario, sarebbero stati chiamati a pagare una tassa, calcolata sul valore di mercato.

Misura catastrofica

I musei d'arte hanno definito questa misura «catastrofica», vista l'enorme quantità di opere in deposito e i possibili pagamenti arretrati per milioni. «Questa tassa rischia di rendere impossibile il lavoro dei musei», ha dichiarato l'Associazione dei Musei d'arte svizzeri al domenicale.

L'approccio delle dogane, nell'ambito dei «controlli a campione», era volto a verificare «se le condizioni che autorizzano l'esenzione dai dazi doganali sono ancora soddisfatte», ha dichiarato domenica l'UDSC a Keystone-ATS.

Gran parte delle collezioni museali non sono infatti esposte in maniera permanente, ma immagazzinate. Stando a quanto calcolato dalla NZZ am Sonntag, un museo dovrebbe pagare, per un dipinto di Picasso acquistato in Francia nel 1960 per 100'000 franchi e immagazzinato, 770'000 franchi, se il suo valore di mercato attuale è di 10 milioni di franchi.

Memoria culturale

Secondo il foglio zurighese, la modifica della prassi doganale sarebbe inoltre contraria a una convenzione Unesco del 1953. Secondo l'intesa, l'unica condizione per un'importazione esente da imposte è che le opere non vengano rivendute. I musei d'arte svizzeri si attengono a questa norma.

Inoltre, secondo il giornale, la dogana ha definito il significato di «esposto al pubblico»: in modo permanente e durante gli orari di apertura. I musei non possono soddisfare questo requisito con le loro collezioni semplicemente per mancanza di spazio.

D'altra parte, il requisito contraddice anche la missione pubblica dei musei di fungere da memoria culturale e di raccogliere opere anche senza che siano esposte in modo permanente.