Dopo il «no»Le analisi della stampa: «Il giornalismo è in pericolo»
bas, ats
14.2.2022 - 08:39
«Domenica nera per la stampa», «solitudine dei media», «giornalismo in pericolo»: la stampa svizzera parla di una bocciatura attesa degli aiuti federali al settore e lancia un appello alle autorità per tornare alla carica, facendo tesoro delle critiche.
bas, ats
14.02.2022, 08:39
14.02.2022, 09:14
SDA
Prima di dare uno sguardo alle analisi della stampa d'Oltralpe, facciamo una capatina sui due quotidiani Ticinesi. L'analisi del direttore de «Il Corriere del Ticino» è ben riassunta nel titolo del suo editoriale: «La legge è bocciata, i problemi restano».
Uno dei problemi principali che spiegano il risultato, secondo Paride Pelli, è stato che: «Nel dibattito delle ultime settimane sono state molto attive, persino euforiche, le voci contrarie ai sostegni; mentre quelle che spiegavano con buon senso le ragioni per cui sarebbe stato meglio approvare una Legge di aiuto ai media, per quanto imperfetta, sono state guardate, a torto, con sufficienza».
Insomma, ancora una volta, come spesso capita, ha vinto più chi «ha gridato» di più e non chi ha cercato di spiegare con razionalità gli argomenti.
Ritzer: «Giocano bene, (prima o poi) si vince»
Daniel Ritzer, direttore de La Regione, vede il futuro incerto ma nel contempo non privo di interesse:« La bocciatura del pacchetto di aiuti ci costringe ad andare avanti senza rete di protezione: sarà vertiginoso, ma stimolante».
Per spiegare il suo pensiero Ritzer prende in prestito dal mondo del calcio il detto dell'argentino Marcelo Bielsa, ex calciatore e oggi allenatore: «Giocano bene, (prima o poi) si vince. Il direttore del foglio bellinzonese è convinto di avere una buona squadra che lavora con lui per giocarsi la partita più impegnativa, quella della digitalizzazione, che coinvolge tutte le testate.
Cosa dice la stampa d'Oltralpe
Il progetto – bocciato dal 54,6% dei votanti – era troppo carico, mal fatto ed eccessivamente complesso, ha constatato ad esempio il «Quotidien Jurassien». Il giornale punta in particolare il dito contro i grandi editori: «Senza questi passeggeri di prima classe, probabilmente la nave degli aiuti federali ai media sarebbe arrivata in porto».
Il röstigraben si è rivelato marcato in tutto in Paese, e in Vallese ha fatto pendere per il «no» la parte germanofona, ha fatto notare «Le Nouvelliste».
Più in generale, molta della diffidenza popolare arriva dalla crisi legata al Covid. «Voci accusano i media di essere il portavoce troppo docile delle autorità». In questo contesto «gli oppositori hanno avuto gioco facile».
Sotto accusa anche la forma con la quale è stato presentato il pacchetto di aiuti. «Ancora una volta gli svizzeri hanno dimostrato di detestare i pacchetti nelle votazioni. Consiglio federale e parlamentari devono ascoltare, anche per evitare che aumenti la distanza fra popolo ed eletti», ha scritto «Le Temps». In effetti, nella domenica di votazioni esecutivo e legislativo hanno perso su tre dei quattro temi, ha aggiunto il quotidiano.
Una campagna silente
A causa di una campagna debole e «senza dibattiti appassionanti sulla coesione del Paese», «gli argomenti per spiegare il motivo del sostegno al quarto potere» non hanno fatto presa, ha affermato dal canto suo il «TagesAnzeiger».
Ci si deve domandare comunque se si tratta di un «no» puntuale o piuttosto di un malcontento più profondo nei riguardi dei media elvetici.
Secondo il «Blick», non si tratta di un voto di sfiducia nei confronti della stampa. La pandemia «ha mostrato che in tempo di crisi, la maggioranza delle persone si informa con media stabili e seri», «in realtà i media non subiscono una perdita di lettori e spettatori, ma piuttosto di una fuga di pubblicità verso Google, Facebook e altri».
Sfiducia dei media?
Opposta la visione della «Berner Zeitung», che parla di sfiducia verso i media, con un «no» che rende il giornalismo politico più difficile.
«I giornali, in quanto principali media di formazione dell'opinione politica, ne escono indeboliti». Il numero di realtà che potranno ancora offrire servizi regionali andrà probabilmente diminuendo, ha aggiunto il giornale bernese.
In controtendenza l'«NZZ», che si felicita del «no», poiché il pacchetto presentato era «più che dubbio», scrive. «Il Parlamento ha ampiamente sviluppato il progetto presentato dal Consiglio federale».
Il quotidiano zurighese denuncia un prodotto dell'anno Covid, accettato in un periodo in cui la Berna federale sembrava responsabile di tutto e dove miliardi venivano spesi un po' in ogni settore.