SvizzeraIl Parlamento in vacanza con due nuovi volti in Governo
cp, ats
16.12.2022 - 10:01
Si è chiuso venerdì il sipario sulla sessione invernale delle Camere federali, un appuntamento molto atteso a causa dell'elezione di due nuovi consiglieri federali al posto di Simonetta Sommaruga (PS) e Ueli Maurer (UDC).
Keystone-SDA, cp, ats
16.12.2022, 10:01
18.12.2022, 22:22
SDA
Al loro posto sono stati scelti il democentrista Albert Rösti (BE) e, un po' a sorpresa, la socialista giurassiana Elisabeth Baume-Schneider.
Se l'elezione di Rösti era pressoché scontata – è stato eletto brillantemente al primo turno – quella di Baume-Schneider lo è stata un po' meno, tenuto conto della caratura dell'avversaria, la «senatrice» di Basilea Città Eva Herzog. Al terzo turno, infine, l'ha spuntata la «senatrice» giurassiana, che rappresenterà per la prima volta nell'esecutivo federale il suo «giovane» Cantone, nato da una costola del canton Berna nel 1979 dopo una decennale battaglia per l'autonomia.
Lupo, abbattimento più facile
A meno che non venga lanciato il referendum, in un prossimo futuro sarà più facile abbattere i lupi che si avvicinano troppo agli insediamenti abitati o causano eccessivi danni alle greggi. L'abbattimento preventivo di questo canide ricalca quanto oggi si fa per lo stambecco.
L'eventuale soppressione di un esemplare si farà d'intesa tra fra Berna e i Cantoni. Quest'ultimi potranno regolare i lupi dal 1° settembre al 31 gennaio. I guardacaccia potranno abbattere preventivamente esemplari che si avvicinano in modo minaccioso a zone abitate o esseri umani, o per i quali le misure di protezione delle greggi sono inefficaci.
La nuova legge ha in primis l'obiettivo di intervenire per frenare la rapida moltiplicazione dei lupi. La Svizzera attualmente conta circa 180 esemplari e una ventina di branchi. Secondo le stime, la popolazione di questo carnivoro potrebbe perfino raddoppiare nel corso dei prossimi tre anni.
Legge Covid, test a pagamento
Nel corso di questa sessione, il Parlamento ha deciso anche di prolungare fino al giugno 2024 diverse disposizioni della Legge Covid-19 che si sono dimostrate efficaci nella lotta contro la pandemia. Tuttavia, dal gennaio 2023 la Confederazione non si sobbarcherà più i costi dei test.
L'onere ricaderà su chi vorrà farsi esaminare o sulle rispettive assicurazioni malattia. In questo modo la Confederazione risparmierà 120 milioni di franchi. Per la cronaca, la Confederazione ha già dovuto sborsare 2,1 miliardi per i test del 2021 e 1,6 miliardi di franchi quest'anno. Gran parte della sinistra e il Consiglio federale erano contrari a questa soluzione, giudicando che si trattasse di una decisione prematura: in pieno inverno la diffusione del virus e il rischio di trasmetterlo è all'apice, ciò che spinge le persone a farsi testare maggiormente.
Altre disposizioni riguardano il certificato Covid: se quest'ultimo non viene più utilizzato in Svizzera, potrebbe essere sempre richiesto all'estero, in particolare nell'UE. La sua compatibilità internazionale deve quindi essere garantita. Rimarrà in vigore anche la base giuridica dell'applicazione di tracciamento SwissCovid, disattivata il 1° aprile 2022. L'estensione della legge riguarda anche la promozione dello sviluppo di farmaci contro il coronavirus e le norme per la protezione delle persone vulnerabili. Inoltre, prevede disposizioni per gli stranieri e i frontalieri in caso di chiusura dei confini.
Imposizione multinazionali
A ritmo accelerato, i due rami del parlamento hanno anche trattato e liquidato il progetto di modifica costituzionale sull'imposizione minima delle grandi multinazionali. A far discutere è stata soprattutto la ripartizione degli introiti supplementari generati dalla futura nuova imposta integrativa.
Le maggiori entrate potrebbero oscillare tra un miliardo e 2,5 miliardi di franchi a partire dal 2026-2027. Ai Cantoni dove hanno sede le imprese interessate andrà il 75% delle entrate, mentre le casse federali dovranno accontentarsi, si fa per dire, del 25% restante.
Come noto, i 137 Paesi dell'OCSE e del G20 hanno raggiunto un'intesa su un'aliquota minima del 15% per le società attive a livello internazionale che registrano un giro d'affari annuo di almeno 750 milioni di euro (740 milioni di franchi al cambio attuale). Se uno Stato intende mantenere un'imposizione più bassa, gli altri possono imporre un'ulteriore tassazione alle imprese assoggettate a un'aliquota inferiore.
Per evitare alla Confederazione di privarsi di entrate fiscali che altrimenti finirebbero all'estero, il Consiglio federale ha proposto una modifica costituzionale per permettere il prelievo di un'imposta integrativa per queste imprese. In base alle stime sono circa 200 le società elvetiche e 2000 circa le filiali di multinazionali attive in Svizzera interessate da questo modello di tassazione. Le circa 600'000 PMI e altre società operanti unicamente in Svizzera non sono interessate dalla riforma.
Un'ordinanza transitoria, la cui consultazione è terminata lo scorso 17 novembre, dovrebbe poi garantire l'applicazione della tassazione minima a partire dal 1° gennaio 2024. Tuttavia, l'entrata in vigore definitiva dipenderà dai progressi dell'attuazione negli altri Stati. La legge corrispondente sarà adottata in una fase successiva
Infermieri, rafforzare la professione
Le camere hanno anche approvato definitivamente le prime proposte d'applicazione dell'iniziativa popolare «Per cure infermieristiche forti», che riguardano una campagna di formazione e la fatturazione diretta. Attualmente sono quasi 20'000 i posti di lavoro vacanti nel settore.
L'iniziativa, accolta il 28 novembre 2021 con il 61% di «sì», chiede in particolare che sia disponibile un numero sufficiente di infermieri diplomati per rispondere al fabbisogno crescente di cure. Inoltre, in futuro gli infermieri dovranno poter fatturare determinate prestazioni direttamente all'assicurazione obbligatoria o ad altre assicurazioni sociali.
Il Parlamento aveva già accolto queste due richieste nel suo controprogetto, che prevedeva fino a un miliardo di franchi in otto anni per il finanziamento della formazione da parte di Confederazione e Cantoni. Fra le misure figuravano contributi destinati alle istituzioni per la formazione pratica degli infermieri diplomati e sovvenzioni per le scuole universitarie professionali e le scuole specializzate superiori in caso di aumento del numero di posti di formazione. Inoltre gli studenti di questi istituti potevano beneficiare di un sostegno finanziario se necessario.
Questi aspetti non erano contestati e hanno potuto essere rapidamente ripresi senza una nuova consultazione nella nuova Legge federale sulla promozione della formazione in cure infermieristiche approvata definitivamente venerdì. Il Parlamento ha poi adottato il regolamento che consentirà agli infermieri di fatturare determinate prestazioni direttamente alle assicurazioni senza prescrizione medica. Il disegno prevede un meccanismo di controllo teso a evitare un aumento indesiderato dei costi della salute.
L'attuazione degli altri aspetti contenuti nell'iniziativa richiederà invece più tempo. Tra questi rientrano le richieste di condizioni di lavoro adeguate alle esigenze e di una remunerazione adeguata delle prestazioni di cura.
Migranti irregolari
I due rami del parlamento hanno anche stabilito che i cantoni di frontiera, come il Ticino, responsabili dell'allontanamento di migranti nei Paesi confinanti potranno ottenere un sostegno finanziario dalla Confederazione per coprire le spese d'esercizio dei cosiddetti «centri di partenza».
In caso di livelli eccezionalmente elevati di arrivi illegali, la Confederazione dovrà pagare una somma forfettaria giornaliera a copertura dei costi di alloggiamento nei centri di partenza ubicati nei pressi del confine, come quello di Rancate, nel Mendrisiotto. La durata del finanziamento sarà limitata nel tempo.
La legge prevede anche una modifica delle disposizioni sul fermo di breve durata: la competente autorità federale o cantonale potrà trattenere in un centro cantonale di partenza per un massimo di tre giorni chi è sprovvisto di permesso di soggiorno di breve durata, di dimora o di domicilio. Questo tipo di fermo è ammissibile solo quando esiste un accordo di riammissione facilitato con uno Stato limitrofo (come quello concluso con l'Italia, ndr.).
La modifica legislativa trae infatti origine da una mozione depositata dall'ex «senatore» Fabio Abate (PLR/TI) e approvata dal Parlamento nel 2018.