Strutture dismesse Perché il DDPS non vende i vecchi bunker a privati?

tafi

7.9.2020

Il DDPS vuole batter cassa vendendo delle installazioni militari dismesse, ma i privati possono raramente realizzare il loro sogno di possedere un proprio bunker. (Immagine simbolica)
Il DDPS vuole batter cassa vendendo delle installazioni militari dismesse, ma i privati possono raramente realizzare il loro sogno di possedere un proprio bunker. (Immagine simbolica)
KEYSTONE/Arno Balzarini

L’esercito vuole sbarazzarsi dei suoi bunker dismessi. Anche i lanciamine da fortezza, un tempo segreti, devono esser venduti. Ma queste infrastrutture sono raramente acquistabili da privati appassionati di bunker.

Martin ama fare jogging e bere vino, racconta il centro di competenza immobiliare del DDPS in un video postato su YouTube. Quando corre nei boschi, passa spesso davanti a un bunker militare dismesso – una costruzione che vorrebbe acquistare per conservarvi il suo vino. Ma le cose non sono così semplici, malgrado la volontà del Dipartimento federale della difesa (DDPS) di sbarazzarsi delle sue installazioni inutilizzate, cosa che fa giustamente.

Nel corso degli ultimi 30 anni, il DDPS ha venduto circa 2000 bunker, secondo alcune ricerche effettuate dal «Neue Zürcher Zeitung». Soltanto nel 2019, ben 180 edifici della difesa avrebbero cambiato proprietario.

Queste installazioni sono molto ambite in particolare dalle aziende che vi costruiscono centri di stoccaggio dei dati. Il DDPS prevedrebbe anche di costruire due strutture in vecchi bunker per accrescere «la sicurezza dei dati e delle applicazioni».

Acquisti quasi impossibili per i privati

Tuttavia, l’occasione di acquistare queste vecchie installazioni militari si presenta raramente ai privati. Ciò si spiega con la regolamentazione in materia di zone edificabili. «Considerato il loro utilizzo precedente, la maggior parte dei vecchi immobili militari non si trovano in un'area abitativa, artigianale o industriale», dettaglia armasuisse.

Tuttavia quest’assegnazione o l’ottenimento di un’autorizzazione eccezionale in virtù della legge sulla pianificazione del territorio (art. 24 LAT) sono obbligatorie per un successivo utilizzo civile.

Anche se la Svizzera è praticamente piena di bunker e altre installazioni sotterranee, i vecchi fortini nella maggior parte dei casi possono eventualmente essere acquistati solo dai comuni, dai cantoni o dalle associazioni di storia militare.

La stessa regolamentazione si applica ai lanciamine da fortezza, un tempo segreti. Per circa un miliardo di franchi svizzeri, l’esercito ne ha costruiti 112 tra gli anni 1970 e 2003 in bunker segreti, erigendo così «un vero sbarramento di fuoco in gran parte delle frontiere svizzere», come ha scritto in passato la «NZZ».

Un pezzo di storia dell’esercito svizzero

Ma poiché il Consiglio Nazionale e il Consiglio degli Stati hanno deciso nel 2018 di mettere fuori servizio il sistema di cannoni, la Confederazione vuole ormai sbarazzarsi delle installazioni. Soltanto nel cantone di Zurigo, ben dieci fortezze dismesse sono in vendita, riporta il «Tages-Anzeiger».

Ma queste installazioni non possono neppure essere trasformate in cantine per il vino da Martin, l’appassionato di jogging del video di armasuisse. Esse vengono proposte ai cantoni, ai comuni o eventualmente alle associazioni che si interessano di fortezze – a «un prezzo moderato», come assicura al «Tages-Anzeiger» il portavoce di armasuisse, Kaj-Gunnar Sievert.

Esiste un interesse sicuro, indica il giornale: il comune zurighese di Buch am Irchel vorrebbe per esempio acquistare una delle installazioni. Un’associazione di storia militare che dispone della competenza richiesta potrebbe assicurare la manutenzione necessaria per rendere accessibile al pubblico un pezzo della storia dell’esercito svizzero: «È molto di più di un semplice cannone, è una piccola fortezza», spiega il sindaco di Buch am Irchel, Hansruedi Mosch.

Una manutenzione costosa

La Confederazione ha certamente interesse all’idea di sbarazzarsi delle installazioni militari dismesse. La loro manutenzione o il loro smantellamento sono onerosi. Il costo per un’installazione in abbandono di grandi dimensioni rappresenta «un montante a sei cifre», ha indicato armasuisse alla «Neue Zürcher Zeitung». Per le piccole installazioni, il prezzo si situerebbe tra alcune centinaia di franchi e 10'000 franchi.

Con 1500 strutture di difesa che devono essere messe fuori servizio nei prossimi anni, anche le fatture più piccole rappresentano una somma considerevole. E poiché circa il 95% di questi siti si trova al di là delle zone edificabili, sarà difficile trovar loro un acquirente. O avere la possibilità di trovarne uno.

A Martin, l’appassionato di jogging e di vino, non resta che il portale immobiliare di armasuisse. Forse troverà la sua cantina costruita dal DDPS tra i 20 beni che sono oggetto di annunci pubblici ogni anno. Ma, per il momento, le sue possibilità di successo sono deboli: sul sito web, alla data del 23 luglio 2020, si trova un solo edificio: un vecchio deposito che dispone di un raccordo ferroviario.

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