All’inizio con meno convinzione, la Confederazione punta ormai sempre di più sulle mascherine per contenere i contagi da coronavirus. Al momento è obbligatorio indossarle anche all'esterno in molti luoghi. Ma a cosa serve questa misura?
La Confederazione ha evitato a lungo di rendere obbligatorio l’uso delle mascherine nell'ambito della lotta al coronavirus. Non basterebbero a contenere la pandemia, aveva dichiarato a più riprese all'inizio della prima ondata Daniel Koch, allora capo dell’UFSP.
Tuttavia durante l'estate l’uso dei dispositivi di protezione individuale è diventato obbligatorio in vari luoghi. In un’intervista rilasciata a «blue News» in luglio, Daniel Koch aveva mantenuto la sua opinione, aggiungendo però: «Le mascherine possono essere utili, possono far diminuire il tasso di contagio.»
Alla fine l’UFSP e gli epidemiologi sembrano aver trovato un punto d’incontro: sebbene indossare la mascherina non assicuri una protezione totale contro il virus, permette comunque di rallentarne la diffusione. Ne è stato così imposto l’uso in tutta la Svizzera sui mezzi pubblici e poi nei luoghi pubblici al chiuso.
Perché indossare la mascherina all’aperto?
Ad oggi, quest’obbligo viene esteso ulteriormente. È ormai obbligatorio all’aperto - precisamente nelle zone pedonali molto frequentate e negli spazi esterni di stabilimenti e attività commerciali. Inoltre bisogna portare la mascherina ovunque non sia possibile rispettare la distanza minima interpersonale di un metro e mezzo.
Ma perché rendere obbligatorio l’uso della mascherina all’esterno? Dopo tutto, uno studio giapponese ha concluso che il rischio di contagio è circa venti volte più elevato in ambienti chiusi che negli spazi aperti.
Oltre al fatto che gli aerosol si disperdono rapidamente all’aperto, la minor facilità di contagio è dovuta anche al fatto che nonostante all’esterno gli incontri siano frequenti, si limitano di solito a contatti veloci. Secondo l'UFSP, il rischio di contaminazione è piuttosto basso se si passa rapidamente accanto ad una persona infetta.
Marcel Tanner, epidemiologo e membro del gruppo di lavoro COVID-19 della Confederazione, apprezza tuttavia la decisione del Consiglio federale, presa la settimana scorsa, considerandola appropriata. «Non è come se si dovesse sempre indossare la mascherina all’esterno. L’obbligo di usare i dispositivi individuali si applica solo nei luoghi in cui la distanza interpersonale non può essere rispettata», come per esempio al mercato o nelle vie commerciali affollate.
Secondo l'epidemiologo, l'ampliamento dell’uso della mascherina «è una misura logica»
Secondo Marcel Tanner, l'importanza di indossare una mascherina all'aperto a seconda della situazione è già stata dimostrata in primavera dall'esempio dei lavoratori edili. L’epidemiologo afferma che il suo uso deve diventare obbligatorio ovunque non possano essere rispettate le regole di distanziamento. Infatti all’esterno il contagio può avvenire per via aerea.
In linea di principio, l'ampliamento dell’obbligo di usare la mascherina nei luoghi esterni molto frequentati rappresenta, secondo l’epidemiologo, una misura logica. «Ai mercatini di Natale, per esempio, si ritrovano molte persone in uno spazio ristretto. Non applicare questa misura contraddirebbe l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi», sostiene Marcel Tanner.
L’uso della mascherina resta comunque fondamentale. «Toccare la parte davanti della mascherina senza essersi lavati le mani e poi toccare altre persone, o semplicemente mettere la mascherina in borsa, comporta molti rischi. È ovvio che la sua utilità sarà molto ridotta», spiega Marcel Tanner, il quale precisa che, oltre ad indossare la mascherina, è importante rispettare le regole di igiene.
Inoltre, «Niente è efficace al 100%. Ma se oltre a rispettare le misure di base – cioè igiene e distanziamento - si indossa la mascherina – si contribuisce a ridurre i contagi in modo significativo.»
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