Svizzera-UE Pfister: poche chance per l'accordo quadro

ATS

29.9.2020 - 08:18

Per il presidente del PPD Gerhard Pfister l'accordo istituzionale quadro con l'UE è la grande bugia del Consiglio federale.
Per il presidente del PPD Gerhard Pfister l'accordo istituzionale quadro con l'UE è la grande bugia del Consiglio federale.
Source: Keystone/GEORGIOS KEFALAS

Il presidente del PPD Gerhard Pfister vede nero in merito all'accordo istituzionale quadro con l'Unione europea: tutti i partiti hanno evitato per anni di dire per primi che esso è morto», afferma sulle colonne del «Tages-Anzeiger» di oggi.

L'intesa non ha mai vissuto, ha aggiunto Pfister. L'esito dei negoziati supplementari senza un sostanziale miglioramento per la Svizzera è insufficiente.

«Dobbiamo finalmente discutere del problema di fondo: la sovranità. Il ruolo della Corte di giustizia dell'Unione europea nell'accordo quadro è tossico», ha sottolineato il presidente del PPD. È inammissibile che un tribunale europeo parziale decida in merito ai rapporti tra l'UE e un Paese non membro, ha spiegato.

L'accordo istituzionale quadro con l'UE è la grande bugia del Consiglio federale, ha criticato Pfister. I membri del governo hanno creduto troppo a lungo che si poteva regolare tutto in un modo o nell'altro, sostiene il 57enne zughese.

Per quanto riguarda la protezione dei salari, se si riuscirà a garantire il livello attuale la Svizzera troverà una soluzione con l'UE, si dice convinto il popolare-democratico. «Il più grande punto di frizione è la direttiva concernente la cittadinanza europea. La Svizzera verrebbe di fatto integrata nell'UE», ha sostenuto Pfister.

La direttiva estende l'idea della libera circolazione delle persone. Con essa i cittadini dell'Unione avrebbero diritto a prestazioni sociali e rendite per le quali non hanno praticamente versato contributi, ha aggiunto il presidente del PPD. Egli nutre forti dubbi sul fatto che Bruxelles sia pronta a venire incontro a Berna in questo ambito. «È assolutamente possibile che l'UE giunga alla conclusione che l'accordo è morto.»

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