Libera circolazione Preferenza indigena: gli UFR non fanno nulla

ATS

11.6.2019 - 12:13

Secondo il Blick, gli uffici regionali di collocamento (UFR) non fanno nulla per promuovere i disoccupati con residenza in Svizzera (foto simbolica d'archivio).
Secondo il Blick, gli uffici regionali di collocamento (UFR) non fanno nulla per promuovere i disoccupati con residenza in Svizzera (foto simbolica d'archivio).
Source: KEYSTONE/GAETAN BALLY

Altro che preferenza interna, gli uffici regionali di collocamento (UFR) non fanno nulla per promuovere i disoccupati con residenza in Svizzera: lo denuncia un'inchiesta del Blick concernente i cantoni di frontiera di San Gallo e Turgovia.

Nei settori con elevata disoccupazione le aziende che hanno posti vacanti devono comunicarlo agli UFR, che hanno cinque giorni di tempo per proporre candidature di persone iscritte in cerca di lavoro: è cosiddetta «preferenza nazionale light», uno strumento per applicare il mandato costituzionale scaturito dall'iniziativa UDC sull'immigrazione di massa, che mirava a contrastare gli effetti nocivi della libera circolazione delle persone con l'Ue.

Molti datori di lavoro sostengono però che gli uffici regionali in realtà non fanno nulla e in tal modo vengono persi solo dei giorni in rami – come quello della gastronomia – in cui il fabbisogno di personale è spesso a breve termine.

Il test del Blick

Per verificare queste critiche il Blick ha presentato agli UFR di San Gallo e Turgovia, attraverso un'azienda che vuole rimanere anonima, una finta offerta per un posto di lavoro, con qualifiche volutamente basse.

Nonostante in base alla banca dati degli stessi UFR vi fossero centinaia di persone alla ricerca di un impiego corrispondente, dai funzionari nei cinque giorni di attesa previsti non è giunta alcuna proposta.

La SECO non commenta

Contattato dal quotidiano zurighese l'ufficio cantonale sangallese dell'economia sostiene che spetta ai disoccupati cercare i posti in questione.

Una posizione che non sembra essere in linea con quella della Segreteria di stato dell'economia (Seco), che non vuole peraltro commentare il caso. «A causa del rifiuto di lavorare da parte degli UFR la preferenza indigena diventa una farsa», affermano gli imprenditori contattati dal Blick.

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