L'appelloLa presidente del CICR: «Le Convenzioni di Ginevra siano una priorità politica»
nide, ats
12.8.2024 - 12:05
Gli Stati dovrebbero fare delle Convenzioni di Ginevra del 1949, adottate esattamente 75 anni fa, una «priorità politica» e i partiti del Sudan attuare «tappe umanitarie concrete».
Keystone-SDA, nide, ats
12.08.2024, 12:05
12.08.2024, 12:12
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È l'appello della presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) Mirjana Spoljaric diramato oggi davanti ai media a Ginevra.
Oggi «è un giorno molto importante» e la questione lo è altrettanto, ha asserito Spoljaric. «In un mondo diviso, il diritto internazionale umanitario (DIU) può costituire un percorso verso la pace», ha poi aggiunto, esso è «messo sotto pressione e disprezzato».
La presidente si è poi rivolta agli attori coinvolti in Medio Oriente, esortandoli a «impegnarsi maggiormente», e ai partiti sudanesi, che potranno negoziare da mercoledì a Ginevra, invitandoli a «rimanere al tavolo» finché non si troverà un modo per aumentare lo «spazio operativo» umanitario.
La mancata applicazione del DIU rimane un problema, in particolare perché le Convenzioni di Ginevra «sono interpretate in modo permissivo». Questo documento, ratificato all'unanimità, «rimane uno strumento ineguagliabile» e il più adatto a prevenire le sofferenze dei civili, ha proseguito Spoljaric.
Tuttavia il CICR, che è neutrale e non armato, non ha il potere di «costringere» le parti in conflitto a rispettare il DIU. Spoljaric spera quindi in una risoluzione durante la conferenza del Movimento della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che si terrà il prossimo ottobre a Ginevra, per stabilire «una cultura del rispetto» dei trattati di cui sopra.
La presidente si è poi domandata «dove sono gli operatori di pace» negli oltre 100 conflitti in corso e «dove sono gli uomini e le donne che negoziano». Anche lo stesso CICR si chiede ogni giorno cosa avrebbe potuto fare di meglio.
Successivamente, Spoljaric ha ricordato che l'istituzione ha affrontato una crisi finanziaria senza precedenti, che l'ha costretta a tagliare 4'600 impieghi. La maggior parte delle operazioni è sottofinanziata, comprese tutte quelle in Africa e quelle in Siria e Afghanistan, ha proseguito. Ma ciononostante il CICR rimane presente in più di 100 conflitti ed è anche impegnato nel dialogo con più di 250 gruppi non statali.
Negli ultimi anni, l'organizzazione ha dovuto affrontare attacchi e campagne diffamatorie, in particolare in Ucraina, dove alcuni avrebbero voluto che l'organizzazione prendesse posizione. Spoljaric sottolinea la neutralità dell'istituzione e i suoi legami con tutti gli attori.