Politica PVL: crisi climatica e dell'energia, «Bisogna agire adesso»
Bisogna agire concretamente contro il riscaldamento climatico e la crisi energetica. Lo ha affermato oggi il presidente dei Verdi liberali Jürg Grossen nel quadro dell'assemblea del suo partito a Soletta, durante la quale i delegati hanno anche pronunciato un quadruplo sì sui temi della votazione federale in agenda il prossimo 25 settembre.
20.08.2022, 17:05
SDA
I presenti hanno approvato entrambe le parti della riforma dell'AVS con 159 voti a favore e nessuna opposizione. Tuttavia, il prossimo passo deve essere quello di una revisione della previdenza professionale, indica un comunicato dello schieramento.
Forte consenso anche per quel che concerne la modifica della legge federale sull'imposta preventiva (159 voti a tre). Si tratta di una proposta definita vantaggiosa sia per la Confederazione che per i cantoni e i comuni.
Infine, è stata accolta – per 137 voti a 14 e 12 astenuti – pure l'iniziativa sull'allevamento intensivo. Il partito si dice a favore di un'agricoltura sostenibile e di un benessere degli animali esemplare.
«Il tempo stringe»
Dando il via all'assemblea, Grossen ha messo l'accento sui cambiamenti climatici e sull'approvvigionamento energetico. Quella che in passato era considerata l'estate del secolo ora si ripete a intervalli sempre più brevi, ha dichiarato il consigliere nazionale bernese. Proteggere le basi naturali della vita è la grande missione della nostra epoca, ha aggiunto.
«Il messaggio è chiaro, il tempo delle energie fossili è finito», ha detto Grossen. Negli scorsi anni, gli ambienti conservatori hanno sabotato e frenato la necessaria svolta in questo settore, ha poi accusato il leader dei Verdi liberali.
Ora però «il tempo stringe», ha avvisato il deputato a Berna, sottolineando come per la Svizzera sia fondamentale la cooperazione con gli altri Paesi e chiedendo quindi la conclusione di un accordo sull'elettricità con l'Unione europea.
Grossen si è poi soffermato sugli obiettivi dei Verdi liberali per le elezioni federali del 2023: una percentuale di voti di oltre il 10%, il ritorno nel Consiglio degli Stati e una poltrona in governo.
