NeuchâtelQuando la Svizzera è quasi entrata in guerra con i prussiani
Di Philipp Dahm
27.12.2022
Mobilitazione da entrambe le parti: il generale Dufour sta già pianificando l'avanzata nel Ducato di Baden, mentre i prussiani hanno nel mirino Berna e Zurigo. La guerra poteva a malapena essere evitata 166 anni fa.
Di Philipp Dahm
27.12.2022, 18:08
Di Philipp Dahm
È la seconda volta dopo il 1849 che la Confederazione lascia il comando dell'esercito. Guillaume Henri Dufour ottiene nuovamente il mandato, esattamente 166 anni fa come oggi: il 27 dicembre 1856 l'Assemblea federale incarica il primo generale della Svizzera di pianificare una campagna contro i prussiani.
Il pomo della discordia: il Canton Neuchâtel e il destino di alcuni monarchi imprigionati. Il 7 gennaio del 1857, poiché a Basilea c’era solo un ponte sul Reno, viene ordinata la costruzione di una passerella galleggiante, dove oggigiorno si trova il Wettsteinbrücke.
Il ponte Dufour doveva permettere l'invasione del Graducato di Baden da parte dei soldati confederati, così pensava il 69enne: i Prussiani devono essere allontanati il possibile dalla Svizzera per evitare alla patria le conseguenze di una guerra.
Gli abitanti di Baden sarebbero così stati più vicini agli svizzeri, pensa la direzione dell'esercito. Solo otto anni prima, l'esercito prussiano aveva represso una rivolta nel Granducato e queste sommosse liberali legate alla rivoluzione del 1848/1849 gettano le basi dei problemi di Neuchâtel.
Il caso particolare di Neuchâtel
All'epoca il Cantone godeva di uno statuto speciale, motivo per il quale rimase neutrale durante la Guerra del Sonderbund nel 1847: questi era sotto la protezione della Confederazione, ma allo stesso tempo era anche un principato sovrano. Nel 1707 questo viene consegnato al Casato degli Hohenzollern, che governavano la Prussia.
Berlino lasciò che il Principato venisse gestito da un governatore e generalmente non era molto coinvolta. Questo lo si vede nel 1848, quando i democratici rovesciarono il governo conservatore e proclamarono la repubblica. La Prussia si limitò a sostenere l'opposizione monarca e si fece riconoscere i propri diritti nel Trattato di Londra del 1852.
Il documento riguardava però soprattutto la Danimarca e il Ducato di Schleswig-Holstein: la Svizzera non è rappresentata al tavolo dei negoziati e non ha alcun interesse a dividere un cantone con un re prussiano. Quando il 2 e il 3 settembre del 1856 alcune centinaia di monarchi invasero il castello di Neuchâtel, il tentativo di un colpo di Stato contrario fallì miseramente.
Mobilizzazione in Svizzera e in Prussia
I rivoluzionari vennero arrestati: rischiano la pena di morte. Il re prussiano Federico Guglielmo IV, già irritato per la situazione a Neuchâtel, non può accettarlo. Egli chiese ai confederati la liberazione dei monarchici e in caso contrario minaccia la guerra. Poiché il governo di Berna si rifiutò di concedere un'amnistia, la Svizzera iniziò nel dicembre 1856 una mobilitazione.
Berlino reagì con rabbia e il 13 dicembre 1856 interruppe le relazioni diplomatiche e si mobilitò, ma solo a partire dal 1 gennaio 1857. Tutti i segnali indicavano una guerra, quando il generale Dufour fece costruire il ponte a Basilea. E infatti Basilea, oltre a Sciaffusa, è il primo obiettivo dello Stato Maggiore della Prussia, che vuole avanzare con circa 140'000 soldati passando da Basilea a Berna e poi per Sciaffusa fino a Zurigo.
Dufour, invece, intende formare una linea di difesa con un massimo di 230'000 uomini a Baden. Le grandi potenze europee stanno cercando di impedire un passaggio alle armi.
L'imperatore francese Napoleone III riuscì a convincere la Prussia a posticipare la sua mobilitazione al 15 gennaio. Nel contempo, aumenta la pressione diplomatica su Berna per espellere i rivoluzionari. Quando la Svizzera assicurò la Francia, Berlino ha annullato la mobilitazione.
Una vittoria per Neuchâtel e la Svizzera
Una conferenza delle grandi potenze, convocata con urgenza, si riunì nel marzo del 1857 per risolvere il conflitto. Il diplomatico turgoviese Johann Konrad Kern rappresenta la Svizzera e oltre ai prussiani sono presenti anche Francia, Gran Bretagna, Austria-Ungheria e il regno dello zar russo. Il risultato fu il Trattato di Parigi che suggella la disputa passata alla storia come l'affare di Neuchâtel.
La Prussia subì una pesante sconfitta al tavolo dei negoziati, perché il re Federico Guglielmo IV cedette i diritti sovrani al Principato di Neuchâtel e alla Contea di Valangin, mentre il Cantone rimase membro della Confederazione Svizzera. Solo lo stesso Federico Guglielmo fu autorizzato a chiamarsi principe di Neuchâtel e conte di Valangin, ma morì comunque quattro anni dopo. La Svizzera pagò solo le spese processuali.
Il Trattato di Parigi, che impedì una guerra tra la Prussia e la Svizzera, venne firmato il 26 maggio 1857. E nonostante il suo successo, non viene celebrato in tutta la Svizzera: «Il fatto che la Svizzera alla fine non abbia difeso i suoi diritti in modo militare, ma abbia lasciato il suo destino alla diplomazia internazionale, è stato criticato in parte dall'opinione pubblica», spiega il dizionario storico svizzero.