Secondo l'UDC, il fatto che il Governo abbia deciso di allentare ulteriormente il blocco dovuto al COVID-19 dimostra che «la pressione sta avendo effetto e che i due rappresentanti del PLR nell'Ssecutivo si stanno finalmente distanziando dal fare patti con la sinistra antieconomica».
«Ora ci si sta muovendo a piccoli passi verso l'apertura, ma il ritmo lascia molto a desiderare: alla luce dei fatti, il Consiglio federale deve porre fine immediatamente al lockdown e aprire tutti i settori su un piano di parità», si legge ancora nel comunicato del partito.
Secondo i democentristi, bisogna revocare completamente il divieto di lavoro e di attività nella gastronomia, nella cultura, nello sport e nel tempo libero per tutti. Il fatto che 50 persone siano ammesse all'interno, «ma i ristoranti debbano rimanere chiusi è arbitrario e incomprensibile». Inoltre, c'è troppa confusione sulle regole, sostiene il partito.
Secondo il presidente dei democentristi Marco Chiesa non c'è una base reale per continuare l'isolamento parziale. Per esempio, da febbraio c'è stata addirittura una sottomortalità.
Chiesa: «La popolazione sta pagando a caro prezzo queste misure»
«La popolazione svizzera – soprattutto i giovani – sta pagando a caro prezzo queste misure: in termini di salute, fattori psicologici, economici e sociali». Di fronte a questa situazione – tuona il ticinese – il Consiglio federale deve finalmente andare avanti e liberare completamente i cittadini dalla morsa dello Stato.
Oltre alla fine immediata di tutte le chiusure, l'UDC chiede una campagna di vaccinazione accelerata e l'attuazione di test a tappeto. «Il fatto che i centri di vaccinazione governativi siano stati chiusi nel periodo della Pasqua è una cialtroneria che non possiamo permetterci», critica Chiesa. Per ogni giorno che le cose non vanno avanti, si perdono decine di milioni di franchi di valore aggiunto.
La decisione di oggi, secondo l'UDC, è anche l'ammissione indiretta del ministro della sanità Alain Berset che la chiusura delle terrazze nei comprensori sciistici «è stata fatta senza alcuna base epidemiologica ed è stata quindi una pura vessazione e dimostrazione di potere».
PLR: «Buon senso del Governo, ma l'UFSP è poco efficace con i vaccini»
Secondo il PLR, invece, il Consiglio federale oggi ha dato prova di buon senso permettendo a diversi settori di riprendere parzialmente le loro attività a partire dal 19 aprile, nel rispetto delle regole sanitarie. Il partito è invece critico nei confronti dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) a cui imputa una mancanza di leadership.
Gli annunci odierni mettono fine a una situazione che stava diventando sempre più «assurda», scrive il PLR in un comunicato. Per esempio, ai ristoranti è stata permessa la vendita «take away», mentre l'apertura di terrazze era vietata, così molte persone hanno consumato i loro menù nei parchi o per strada, senza rispettare le norme di protezione in vigore. E se il clima fosse stato più caldo avrebbe esacerbato questa situazione.
Ai liberali radicali è invece meno gradito l'andamento delle vaccinazioni in molti cantoni e «l'evidente mancanza di leadership da parte dell'UFSP», il che «è inaccettabile». Anche se circa 2,4 milioni di dosi di vaccino sono ora disponibili, non c'è quasi nessuna accelerazione nella vaccinazione. L'obiettivo richiesto dal nel piano dei 100 giorni del PLR di vaccinare il 30% della popolazione entro la fine di aprile sarà quindi mancato. E le conseguenze per l'economia e la società «sono immense», scrive il partito.
PS: «Create prospettive, ora avanti con le vaccinazioni»
L'annuncio di aperture fatto oggi dal Consiglio federale dà una prospettiva alla popolazione, ma la situazione sanitaria rimane critica. Per questo gli allentamenti decisi su base scientifica devono essere accompagnati da un maggiore impegno per quanto riguarda le vaccinazioni, i test e la tracciatura di contatti. Anche l'aiuto economico deve continuare ad arrivare senza essere diminuito, scrive il PS in un comunicato diffuso in serata.
«Questo passo iniziale di apertura è un po' come camminare sul filo del rasoio, soprattutto in vista degli allentamenti per le attività all'interno. Per evitare effetti yo-yo, è quindi imperativo che i concetti di protezione abbiano effetto», dice Mattea Meyer, co-presidente del PS svizzero.
L'unica cosa che porterà reali prospettive per le persone e l'attività economica è un rapido progresso nelle vaccinazioni. I cantoni - aggiunge - devono quindi aumentarne il ritmo e garantire un'attuazione dei test e del contact tracing efficienti. Non va dimenticato che il sistema sanitario continua a funzionare al limite, sottolinea Mattea Meyer.
Anche con gli allentamenti delle misure finora in vigore, molte imprese sono ancora lontane dalla normalità: perciò l'aiuto economico deve continuare a fluire senza interruzioni verso le persone colpite, nota la co-presidente del PS.
La Meyer ha poi parlato della situazione degli affitti per le aziende. Dopo che i partiti borghesi, mano nella mano con la lobby immobiliare, hanno affossato la legge sugli affitti delle imprese, gli imprenditori sono ora costretti a pagare con i loro fondi di rigore. Sono soldi delle imposte che finanziano direttamente i profitti delle grandi compagnie immobiliari, mette in evidenza la consigliera nazionale. Una situazione che il PS sta combattendo con tutte le sue forze.
Per il Centro così si offrono nuove prospettive
Anche il Centro accoglie con favore la decisione dell'esecutivo, poiché offre nuove prospettive. Occorrerà «un po' più di pazienza per l'apertura generale», dato che i criteri necessari non sono ancora stati soddisfatti per fare questo passo, nota l'ex PPD.
Glättli (Verdi): «Governo irresponsabile»
Le riaperture in ambito economico e di società decise oggi dal Consiglio federale sono invece «irresponsabili e mettono in gioco i successi» raggiunti negli ultimi tempi in termini di casi di infezione da coronavirus, ricoveri in ospedale e decessi. Questo il parere espresso dal presidente dei Verdi Balthasar Glättli in un comunicato diramato nel tardo pomeriggio.
Il consigliere nazionale zurighese insiste sull'inopportunità della decisione del governo in un'epoca in cui si sta verificando una nuova crescita delle infezioni. Particolarmente incomprensibile sono gli allentamenti previsti per le attività all'interno, afferma Glättli.
Per il presidente degli ecologisti l'esecutivo avrebbe dovuto e dovrebbe in futuro adeguare la politica di riapertura ai progressi nella campana vaccinale. Glättli deplora che il governo non abbia dato prova di «pazienza» ora che i vaccini sono sempre più disponibili.