VotazioneRiforma sulla previdenza professionale, il Consiglio federale per un «sì» alle urne
su, ats
24.6.2024 - 12:08
Il prossimo autunno il popolo sarà chiamato ad esprimersi in merito alla riforma sulla previdenza professionale. Oggi a Berna la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha presentato le argomentazioni dell'Esecutivo, che si è detto favorevole al testo.
24.06.2024, 12:08
SDA
La modifica della legge federale sulla previdenza professionale (Riforma LPP) – alle urne il 22 settembre – intende migliorare le basi per il finanziamento del 2° pilastro per le persone che percepiscono salari bassi e a favore di coloro che lavorano a tempo parziale.
Davanti ai media la «ministra» della sanità, a nome del Consiglio federale, ha dichiarato che la riforma è necessaria per garantire il versamento delle pensioni a fronte del costante invecchiamento della popolazione e della speranza di vita.
Inoltre, un «sì» alle urne permetterebbe alle persone con redditi modesti di ricevere una rendita più alta. Secondo Baume-Schneider, a beneficiarne sarebbero soprattutto le donne, le quali nella maggior parte dei casi «lavorano a tempo parziale o esercitano una professione in un settore caratterizzato da salari bassi».
«Assieme all'AVS la previdenza professionale è un pilastro essenziale nel nostro sistema pensionistico» ha detto la consigliera federale giurassiana. Tuttavia «oggi questo sistema non rispecchia più la realtà», ha aggiunto, precisando che i paramatri sui quali si basa la previdenza professionale non sono più stati adattati dal 2005.
Riduzione dell'aliquota di conversione
Per affrontare il problema del finanziamento delle rendite, la riforma prevede innanzitutto l'abbassamento dell'aliquota di conversione nella parte obbligatoria della previdenza professionale dal 6,8 al 6,0% (parametro determinante per calcolare l'ammontare della futura rendita).
«Il tasso attuale è troppo alto e non è più adeguato alla speranza di vita e non è più sufficiente per finanziare le rendite», ha dichiarato la «ministra» socialista.
La riduzione dell'aliquota comporta automaticamente ad una diminuzione della rendita nella previdenza obbligatoria. «Per compensare questo effetto sarà dunque necessario aumentare il salario assicurato sul quale sono versati i contributi», ha spiegato Baume-Schneider.
Attualmente è assicurata soltanto la parte del reddito che supera i 25'725 franchi all'anno. La riforma prevede che in futuro venga coperto l'80% del salario, così da permettere alle persone con redditi bassi di assicurare una parte più elevata del proprio stipendio e di aumentare la propria rendita futura.
Per migliorare la previdenza professionale delle persone con redditi modesti, la riforma prevede di abbassare la cosiddetta soglia d'entrata a 19'845 franchi. Si stima che in questo modo potranno essere assicurate nel 2° pilastro 70'000 persone in più, mentre altre 30'000 persone che esercitano più di una professione a tempo parziale avranno ulteriori redditi assicurati nel 2° pilastro.
Supplemento per chi è vicino alla pensione
Per compensare l'abbassamento dell'aliquota, «è previsto anche un supplemento di rendita per le persone prossime alla pensione», ha spiegato la consigliera federale, «poiché tale adeguamento non permetterà ai contribuenti a cui (all'entrata in vigore della riforma n.d.r) mancheranno 15 anni o meno al raggiungimento dell'età di pensionamento di aumentare in misura sufficiente il loro avere di vecchiaia».
L'importo di tale supplemento – che dipenderà dall'anno di nascita e dall'avere vecchiaia accumulato – «ammonterà al massimo a 200 franchi al mese e sarà versato per tutta la vita», ha precisato Baume-Schneider. Secondo le stime del Governo, questa misura costerà complessivamente circa 800 milioni di franchi all'anno e sarà finanziata dalle casse pensioni nonché tramite i contributi salariali di tutti i lavoratori e i datori di lavoro.
Gli argomenti degli oppositori
Contro la riforma LPP è stato lanciato un referendum. Secondo il comitato, le rendite delle casse pensioni sono in calo da anni e per molti lavoratori sono troppo basse. Con la riduzione dell'aliquota di conversione al 6,0% gli assicurati rischiano di ricevere una rendita ancora più bassa. Nel contempo, molti lavoratori con redditi bassi dovranno versare più contributi salariali.
Insomma, secondo il comitato, tali contribuenti pagheranno di più ma riceveranno rendite più basse. A beneficiarne sarà invece l'industria finanziaria che gestisce i fondi delle casse pensioni, che continuerà a guadagnare miliardi a scapito degli assicurati.