SvizzeraRistrutturazione dogane, il direttore respinge le critiche
ns, ats
19.11.2021 - 10:48
Il direttore dell'Amministrazione federale delle dogane (AFD), Christian Bock, prende posizione sulla raffica di critiche nei suoi confronti per come sta avvenendo il processo di trasformazione dell'entità.
19.11.2021, 10:48
19.11.2021, 12:53
SDA
Comprende che i cambiamenti, «radicali», suscitino «insicurezza», ma contrattacca su ogni punto contestato.
«La trasformazione è radicale», afferma l'alto funzionario in un'intervista alla Neue Zürcher Zeitung (NZZ) pubblicata oggi.
L'AFD si trova nel pieno della mutazione, soprattutto a livello di digitalizzazione, che la sta trasformando gradualmente verso l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC). L'elemento chiave di questo cambiamento fondamentale è il programma DaziT, avviato ufficialmente il primo gennaio 2018 e che dovrebbe concludersi alla fine del 2026.
Al centro del nuovo orientamento vi è un profilo professionale uniforme che sostituirà quelli attuali di guardia di confine (controllo di persone) e specialista doganale (controllo di merci).
Nessuna competenza persa
Persino vecchi quadri dell'amministrazione hanno espresso perplessità temendo la perdita di competenze. «Non va persa competenza alcuna. La formazione viene estesa. Oggi, una guardia di confine segue dodici mesi di formazione di base. Il nuovo addestramento di base durerà un anno e mezzo per tutti. Poi seguirà una specializzazione di altri sei mesi. Non stiamo perdendo nulla», replica Bock.
«Ci sono tagli solo in quattro ambiti, tra cui il salvataggio in acqua, di cui semplicemente non abbiamo bisogno. Al contrario, sono state aggiunte molte formazioni supplementari, ad esempio nella verifica dei documenti o dell'origine.»
La nuova formazione mira a disporre di personale più dinamico, in grado di rispondere alle situazioni sempre più mutevoli: l'alto funzionario pensa ad esempio ai movimenti migratori, alla crescita del commercio in linea e alle pandemie.
Costi sotto controllo
Il Controllo federale delle finanze (CDF) in un rapporto dello scorso settembre denuncia un sorpasso di spesa per DaziT di 38,5 milioni a 465 milioni di franchi. Bock assicura che il credito sarà rispettato e precisa che i maggiori costi sono dovuti a un incremento del personale.
Il CFD, che è l'organo superiore di vigilanza finanziaria della Confederazione, punta il dito anche contro una presunta incapacità di valutare i risultati della riforma dell'AFD e confrontarli con gli obiettivi fissati. Bock fa prima di tutto notare che «nessuno prima di noi ha digitalizzato in modo così esteso» ma riconosce che, proprio per l'originalità del progetto in corso, non esistono strumenti adeguati per misurare l'avanzamento dei lavori.
Il direttore dell'AFD contesta anche i presunti ritardi nella concretizzazione di «Passar», il sistema in linea relativo al trasporto delle merci. Indica che deve fare i conti con un contesto giuridico in evoluzione.
Duro nell'attuazione, ma con cuore
Bock si dice poi «ferito» dalle asserzioni secondo cui nell'AFD regni un clima di paura e le voci critiche vengano soffocate. «Abbiamo un clima in cui tutti possono esprimere la loro opinione – e vengono ascoltati. Ma c'è un momento in cui si discute, in cui si decide, in cui si implementa e in cui si valuta se le decisioni prese si sono rivelate giuste», dice.
L'alto funzionario riconosce che «una trasformazione così fondamentale» possa suscitare «una certa insicurezza». «Mi dispiace per questo. Non voglio che i dipendenti siano resi insicuri. Ma il lavoro alla frontiera sarà diverso dopo la digitalizzazione», sottolinea. «Sono duro quando si tratta di attuare le decisioni, ma i miei dipendenti mi stanno a cuore».