Votazioni 7 marzo Sì iniziativa burqa per riflessioni culturali e sicurezza interna

mp, ats

23.4.2021 - 14:49

L'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" l'aveva spuntata con il 51,2% dei voti
L'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" l'aveva spuntata con il 51,2% dei voti
Keystone

Riflessioni culturali e preoccupazioni per la sicurezza interna hanno portato una maggioranza, seppur risicata, di elettori a pronunciarsi in favore dell'iniziativa «Sì al divieto di dissimulare il proprio viso» lo scorso 7 marzo.

Keystone-SDA, mp, ats

Stando alla cosiddetta analisi Vox pubblicata oggi, uno dei motivi che hanno spinto a votare «sì» è la nozione di ostilità potenziale nei confronti delle donne veicolata dal niqab o dal burqa, mentre le elettrici si sono espresse in maggioranza contro il testo.

L'iniziativa l'aveva spuntata con il 51,2% dei voti. Tra le ragioni che hanno condotto all'approvazione della modifica costituzionale vi sono soprattutto i diritti delle donne, la difesa della cultura e la protezione dalla violenza, ha spiegato l'istituto gfs.bern che ha realizzato il sondaggio.

Distanziandosi dalle parole d'ordine del PLR e dell'Alleanza del Centro, gli elettori di questi due partiti hanno sostenuto a maggioranza il testo. Tra i Verdi liberali, oltre una persona su tre ha votato per il divieto di dissimulare il proprio viso e anche nell'elettorato del PS un quarto ha messo un «sì» nell'urna.

Il voto è stato caratterizzato da un netto divario intergenerazionale e tra i generi: la maggior parte degli uomini si sono pronunciati per il «sì», mentre le donne hanno votato «no». Gli ultra 50enni si sono espressi per il «sì», mentre le persone al di sotto dei 50 anni hanno respinto a maggioranza il testo. Con il suo voto favorevole, l'elettorato ha voluto inoltre manifestare la sua diffidenza nei confronti di rappresentanti e organizzazioni islamiche e, come detto, la sua volontà di tutelare i diritti delle donne.

e-ID: una sfilza di «no»

Per quanto riguarda la Legge sull'identificazione elettronica (e-ID), che è stata respinta con il 64,4% dei voti, una netta maggioranza di elettori ha temuto per la sicurezza dei dati. Non si è fidata dei fornitori privati di documenti di identità digitale.

L'opposizione è venuta dai votanti di tutti i partiti, sia dalla sinistra che dall'UDC. La legge ha ricevuto il sostegno più importante dai simpatizzanti del PLR e del Centro.

Infine, per quel che concerne l'accordo di libero scambio con l'Indonesia, accolto con il 51,6% dei voti, una visione pragmatica dei vantaggi economici – sostenuta dalla destra e dal Centro – si è imposta di fronte ai dubbi suscitati dall'etica ambientale sull'uso dell'olio di palma. L'elettorato ha soppesato i due argomenti e, alla fine, seppur con un margine risicato, ha avuto il sopravvento il potenziale economico dell'accordo.

Partecipazione

Come vuole la tradizione, le persone interessate alla politica e l'elettorato piuttosto benestante legato a un campo preciso hanno partecipato allo scrutinio del 7 marzo. Se si fa un raffronto con le votazioni federali di settembre e novembre 2020, anch'esse svoltesi durante la pandemia di Covid-19, si osserva come l'elettorato di destra e gli uomini più in là con gli anni abbiano partecipato massicciamente al voto.

Nonostante un accostamento dei tre progetti di legge, giudicato poco opportuno, e una campagna relativamente moderata, la partecipazione al voto è stata comunque leggermente al di sopra della media delle ultime votazioni, di poco superiore al 50%.