Votazione federale Saint-Amans: «L'imposizione minima migliora l'immagine della Svizzera»

ats

3.6.2023 - 09:40

Secondo Pascal Saint-Amans, la Svizzera è considerata più cooperativa rispetto al passato
Secondo Pascal Saint-Amans, la Svizzera è considerata più cooperativa rispetto al passato
Keystone

Se il progetto sull'imposizione minima delle multinazionali dovesse essere accolto in votazione il 18 giugno, come i sondaggi lasciano presupporre, l'immagine della Svizzera a livello internazionale dovrebbe essere «un po' meno etichettata».

Keystone-SDA, ats

È quanto ritiene Pascal Saint-Amans, che ha diretto la riforma dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Ma, a suo avviso, è «molto difficile sbarazzarsi di un'immagine», poiché «ciò richiede molto tempo».

In un'intervista rilasciata oggi a La Liberté, ArcInfo e Le Nouvelliste, l'ex direttore del centro di politica e amministrazione fiscali presso l'OCSE ha dichiarato che «per i decisori (...) la Svizzera è già considerata più cooperativa rispetto al passato».

Secondo Saint-Amans, dopo una fase di rifiuto e di resistenza nel 2009, quando ha annunciato la fine del segreto bancario, la Svizzera ha oggi capito «cosa sta succedendo, partecipa attivamente, è un attore riconosciuto». «Non è infatti un caso se è ormai invitata a tutte le riunioni del G20».

Stando a un sondaggio Gfs pubblicato il 12 maggio scorso, l'imposizione minima delle multinazionali sarebbe accettata alle urne dall'84% dei votanti. La riforma portata avanti dall'OCSE e dal G20 prevede un'aliquota fiscale di almeno il 15% a livello mondiale. Sarà applicata agli utili dei gruppi il cui fatturato supera i 750 milioni di euro. Nella Confederazione sono interessate alcune centinaia di società svizzere e diverse migliaia di filiali di gruppi stranieri.

Concretamente, il progetto prevede che la Svizzera introduca un'imposta supplementare che copra la differenza tra l'attuale aliquota, che nella maggior parte dei cantoni è inferiore al 15%, e l'imposta minima. Il 75% dei fondi incassati in più andrebbe ai Cantoni interessati e il 25% alla Confederazione.