Dopo l'annuncio di ieri del Consiglio federale i sei cantoni romandi «tengono a esprimere la loro posizione comune sulle ultime misure di lotta contro il coronavirus», si legge in un comunicato congiunto. Essi «sono in disaccordo sull'ampiezza del nuovo dispositivo e deplorano la maniera con cui esso è stato preparato».
I cantoni chiedono in particolare quattro modifiche tra le proposte di Berna: in primo luogo permettere incontri fino a 10 persone nel fine settimana del 19 e 20 dicembre, considerando che numerosi lavoratori mobilitati dalla crisi, soprattutto personale di cura, non potrà festeggiare Natale il 24-25-26 dicembre.
In secondo luogo i cantoni romandi considerano la chiusura dei bar alle 19.00 tollerabile, ma quella dei ristoranti no. Essi non vogliono nemmeno misure specifiche supplementari per le domeniche e i giorni festivi. Infine auspicano che i teatri, i cinema e le sale per spettacoli possano accogliere fino a 50 persone.
Non si è tenuto conto degli sforzi già compiuti
Sul piano istituzionale i cantoni romandi non possono accettare la precipitazione con cui le misure non differenziate sono state poste in consultazione, senza tener conto degli sforzi già compiuti, si legge ancora nel comunicato.
Essi chiedono «l'instaurazione di un dialogo confederale che permetta una migliore presa in considerazione del parere dei cantoni e una migliore prevedibilità delle potenziali misure.»
Eventuali nuove restrizioni decise dalla Confederazione dovranno essere compensate con aiuti finanziari federali importanti ai settori interessati. Ai cantoni che per sei settimane si sono assunti le proprie responsabilità e hanno preso decisioni difficili vanno inoltre accordati aiuti supplementari, esigono i sei cantoni romandi.