I delegati del Partito liberale radicale (PLR) si oppongono al referendum sulla legge sulla CO2. Il progetto di legge è stato sostenuto con 218 voti, contro 60 e 7 astensioni.
In un discorso all'assemblea digitale, Damian Müller, consigliere agli Stati lucernese, ha in particolare sottolineato i meriti del fondo per il clima, creato con una mentalità liberale. È un mezzo che apporta un valore aggiunto decisivo per l'innovazione e la ricerca, ha detto Müller. Aiuta l'economia nella trasformazione ecologica ed è molto più efficace di un pacchetto di stimoli economici.
La legge offre anche opportunità ed è sostenibile per la popolazione. Anche secondo la consigliera nazionale Susanne Vincenz-Stauffacher (SG) quella sul CO2 è una legge liberale, che non prevede divieti assoluti.
La posizione dei contrari
L'UDC Michaël Buffat (VD) ha presentato la posizione dei contrari. Una legge liberale è una legge che non esiste, ha detto. Quella sul CO2 di sicuro non è liberale, perché esercita una pressione sui cittadini. A suo avviso inoltre non è necessaria alcuna legge per attuare l'accordo di Parigi sul clima in Svizzera.
Anche fra i ranghi del partito sono emerse critiche al progetto. Il consigliere nazionale Christian Wasserfallen (BE) ha affermato che il fondo per il clima fornirà alla presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga un «forziere di guerra per le sovvenzioni». La Svizzera non ha bisogno di questo esercizio di ridistribuzione, ha aggiunto. Altri delegati hanno sostenuto che divieti, vincoli e tasse non aiuterebbero il clima e che questa legge «è una vittoria per la sinistra».
Diversi oratori hanno invece affermato che la legge deve essere approvata, anche se non è perfetta e hanno messo in guardia contro una vittoria del «no» che lascerebbe politica climatica in mano alla sinistra e a posizioni estreme.