Materiale bellico La Svizzera investe 17,6 milioni nello sminamento umanitario

ATS

4.4.2020 - 09:14

La Svizzera è presente in diversi Paesi per contribuire allo sminamento.
La Svizzera è presente in diversi Paesi per contribuire allo sminamento.
Source: KEYSTONE/AP/SILVIA IZQUIERDO

Nel 2019 la Svizzera si è impegnata nello sminamento umanitario stanziando 17,6 milioni di franchi. Berna ha sostenuto progetti sul campo in diversi Paesi, si legge nel rapporto del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e di quello della difesa (DDPS).

L'anno precedente la Confederazione aveva investito 18,4 milioni a tal proposito. L'attuale strategia è valida per il periodo dal 2016 al 2022.

La Svizzera si è attivata in varie nazioni sparse per il globo. In Europa, ha dato il suo contributo in Bosnia-Erzegovina, Croazia e Ucraina, mentre gli altri Stati interessati sono Cambogia, Colombia, Libia, Myanmar, Sri Lanka e Siria. Dodici esperti del DDPS sono stati inviati per partecipare ai programmi dell'Onu, viene precisato nella relazione annuale.

Contributo alla sicurezza, alla pace e all'impegno umanitario

La Confederazione si dice convinta che con lo sminamento si possa fornire un importante contributo alla sicurezza, alla pace, all'impegno umanitario e allo sviluppo sostenibile. L'obiettivo è far sparire dalla faccia della terra ordigni quali mine antiuomo, munizioni a grappolo e altri residui bellici esplosivi, oltre che far rispettare i relativi accordi.

Le sfide restano parecchie: a preoccupare è soprattutto l'aumento delle vittime che si registra da qualche anno. Infatti, dopo oltre un decennio di calo tra il 1999 e il 2013, dal 2014 il bilancio è tornato ad aggravarsi.

Ciò è dovuto al rinnovato uso delle mine antiuomo in Paesi con conflitti militari in atto. Tra questi vi sono la Siria, l'Afghanistan e lo Yemen, ma anche il Myanmar e la Nigeria. Un altro problema crescente è rappresentato dall'utilizzo di ordigni esplosivi rudimentali da parte di gruppi armati non appartenenti allo Stato, come ad esempio i terroristi dell'Isis.

Nella seconda metà del 2019, la Svizzera ha assunto la presidenza della seconda Convenzione sulle munizioni a grappolo (CCM). Essa promuove il diritto internazionale umanitario, vietando un'intera categoria di armi e decretando nuovi obblighi nell'assistenza alle vittime.

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