Politica Il presidente della SSR a favore di un rafforzamento del panorama mediatico

ats

15.2.2022 - 08:18

Per Cina il dibattito sul tema è a una svolta.
Per Cina il dibattito sul tema è a una svolta.
Keystone

La diversità dei media in Svizzera va mantenuta, se non addirittura rafforzata. Lo afferma il presidente del consiglio d'amministrazione della SSR Jean-Michel Cina, precisando che ciò vale non solo per la sua azienda ma anche per i privati.

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Secondo Cina, il dibattito sulla politica in ambito mediatico sta per arrivare a un punto di svolta.

Se l'iniziativa per dimezzare il canone radio-tv, preannunciata dall'UDC, dovesse effettivamente concretizzarsi, avrebbe un impatto massiccio sul bilancio della SSR, dichiara in un'intervista rilasciata all'edizione odierna della «Walliser Bote».

Il testo, che una neonata alleanza ha subito comunicato di voler combattere, è attualmente in lavorazione, ha fatto sapere domenica il consigliere nazionale zurighese del partito Gregor Rutz.

La SSR era già stata messa in discussione con l'iniziativa «No Billag» di quattro anni fa, nettamente respinta dagli svizzeri con il 71,6%. Se ci sarà un'altra votazione sui soldi del canone, assicura Cina, l'azienda difenderà ancora il servizio pubblico con i denti, per esempio il suo importante contributo alle minoranze.

Pluralità importante per la democrazia

Lo scetticismo e le critiche ai media sono aumentati con la pandemia di coronavirus. È fondamentale che il settore rimanga forte: diversi politici hanno già formulato proposte iniziali e delineato soluzioni per mantenere la diversità del panorama mediatico, ha proseguito Cina.

Ciò è a suo avviso decisivo per la qualità dei dibattiti politici e nella società e quindi per una democrazia funzionante.

Il voto di domenica

Il presidente del cda della SSR ha poi commentato il no uscito domenica dalle urne in merito al pacchetto di aiuti ai media. Il fatto che le opinioni sull'oggetto siano state così divergenti fra Svizzera tedesca e francese si spiega con la maggiore concentrazione mediatica nella regione francofona del Paese rispetto a quella germanofona.

Stando a Cina proprio per questo i romandi sono stati più propensi a supportare il sostegno economico previsto per il settore.