All'indomani dei risultati del primo turno, si profila una lotta serrata in vista dei ballottaggi per l'elezione al Consiglio degli Stati. Le trattative tra i partiti sono già cominciate e le prime decisioni sono imminenti, in particolare a Berna, Ginevra e Vaud.
I primi elettori richiamati alle urne per il secondo turno degli Stati sono i Vallesani il prossimo 3 novembre. Vaud e Ginevra seguiranno il 10 novembre. Ma le liste dei candidati devono essere depositate entro domani mezzogiorno in sei cantoni: Berna, Ginevra, Soletta, Vallese, Vaud e Zugo.
Trattative
In Vallese, il «senatore» uscente Beat Rieder (PPD) è risultato in testa e il suo seggio non dovrebbe essere minacciato nel ballottaggio. Più serrata sarà la lotta per il secondo scranno: la sua collega di partito Marianne Maret è arrivata in seconda posizione, ma è tallonata dal socialista Mathias Reynard.
Da oltre 150 anni, in Vallese le due poltrone alla Camera dei cantoni sono occupate dal PPD, che però deve far fronte alla partenza dell'altro «senatore» uscente Jean-René Fournier. Rimane aperta la questione della candidatura o meno del PLR Philippe Nantermod, giunto quarto ieri ma parecchio lontano dal trio di testa. Dal canto suo, il candidato UDC Cyrille Fauchère ha già annunciato che rimarrà in corsa, nonostante si sia classificato solo sesto, distanziato pure dall'ecologista Brigitte Wolf.
Nei cantoni di Vaud e Ginevra i ticket rosso-verdi sono risultati nettamente davanti al primo turno. I partiti si riuniscono già in serata per fissare le loro strategie in vista dei ballottaggi. A Ginevra, i candidati del centro-destra Hugues Hiltpoldt (PLR) e Béatrice Hirsch (PPD) sono giunti al terzo e quarto posto, ma molto staccati dal duo di testa composto da Lisa Mazzone (Verdi) e Carlo Sommaruga (PS). Ha invece già dichiarato che correrà per il secondo turno Céline Amaudruz (UDC), giunta quinta ieri ma che potrà contare sul sostegno dell'MCG.
Nel canton Vaud, il «senatore» uscente Olivier Français (PLR) è stato nettamente distanziato dalle due candidate rosso-verdi, l'ecologista Adèle Thorens e la socialista Ada Marra. Il PLR dovrà tentare di assicurarsi l'appoggio dell'UDC in vista del ballottaggio. Le assemblee dei partiti previste questa sera saranno in questo senso decisive.
Suspense a Berna e Friburgo
Anche a Berna regna incertezza in vista del secondo turno. Il «senatore» uscente Hans Stöckli (PS) e la presidente dei Verdi Regula Rytz si sono piazzati in testa, ma il candidato dell'UDC Werner Salzmann li tallona.
Solo quarta è giunta la candidata del PBD, la consigliera di Stato Beatrice Simon, che sperava di salvare l'unico seggio del suo partito alla Camera dei cantoni lasciato libero da Werner Luginbühl. Visto il distacco accumulato al primo turno, la Simon potrebbe anche gettare la spugna. I partiti dovrebbero annunciare le loro strategie entro domani mattina.
A Friburgo, dove i candidati devono annunciare il loro eventuale ritiro entro mercoledì, rimane aperta la questione se vi sarà o no un ballottaggio. I due «senatori» uscenti Christian Levrat (PS) e Beat Vonlanthen (PPD), seppur arrivati davanti a tutti, non hanno raggiunto la maggioranza assoluta e potrebbero dover affrontare la candidata del PLR Johanna Gapany, giunta terza, e forse anche quello dell'UDC, il consigliere nazionale Pierre-André Page, riconfermato ieri alla Camera del popolo.
Anche altri cantoni annunceranno questa settimana i loro candidati in vista del secondo turno: è il caso di Argovia, Lucerna, San Gallo e Svitto. A Zurigo, l'UDC deciderà giovedì se mantenere la candidatura del tribuno Roger Köppel, ieri terzo, per il ballottaggio. Tra gli uscenti solo Daniel Jositsch (PS) è stato eletto al primo turno, mentre Ruedi Noser (PLR) si vede – come quattro anni or sono – costretto ad andare al secondo, in programma il 17 novembre.
Ticino: lotta a quattro?
Quel giorno si terrà un ballottaggio generale anche in Ticino: ieri il «senatore» uscente Filippo Lombardi è arrivato in testa con 34'318 voti, davanti al candidato dell'UDC Marco Chiesa (32'576). Seguono, in un vero e proprio testa a testa, Giovanni Merlini del PLR (30'371) e Marina Carobbio del PS (30'263).
Giunti più distanziati, l'ecologista Greta Gysin (22'012 suffragi) e il leghista Battista Ghiggia (20'546) hanno già annunciato che si ritireranno dalla corsa a vantaggio rispettivamente di Carobbio e Chiesa.
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