Manifestazione a BernaStriscione «Kill Erdogan»: processo interrotto a tempo indeterminato
sr, ats
19.1.2022 - 19:27
È stato sospeso fino a tempo indeterminato il processo apertosi ieri a Berna per il caso di uno striscione inneggiante a uccidere il presidente turco Erdogan, issato durante una manifestazione del 2017 nella Città federale.
Keystone-SDA, sr, ats
19.01.2022, 19:27
19.01.2022, 19:45
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Inizialmente il giudice unico prevedeva di chiudere il processo in due giorni, ma ora intende proseguire i dibattimenti a fine febbraio-inizio marzo. Di conseguenza anche la data del verdetto non è nota. La corte del tribunale regionale di Berna-Mittelland ha accennato a multe come possibili sanzioni.
Già ieri il giudice aveva perso molto tempo per deliberare sulla richiesta di un avvocato della difesa di escludere dall'aula un giornalista turco. E oggi i quattro imputati hanno concretizzato ciò che un «comitato di sostegno» aveva annunciato in precedenza: trasformare il processo in una filippica contro la politica repressiva del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
I quattro non hanno detto praticamente nulla in merito al controverso striscione. Solo uno di loro ha dichiarato di non aver invitato pubblicamente nessuno compiere a crimini o violenze, che è l'accusa principale contro i quattro. Gli imputati, e una dozzina di persone di loro fiducia, hanno anche osservato un minuto di silenzio in memoria del giornalista turco-armeno Hrant Dink, ucciso da un ultranazionalista turco esattamente quindici anni fa.
La vicenda
Convocata da diverse organizzazioni, tra cui PS, Verdi e gruppi filo curdi, il 25 marzo del 2017 a Berna si è svolta una manifestazione «per la libertà, la pace e la democrazia in Turchia», alla quale avevano partecipato diverse migliaia di persone.
Un gruppo di circa 150 autonomi di estrema sinistra portava, anche in Piazza Federale, uno striscione raffigurante il presidente turco Recep Tayyip Erdogan con una pistola a fianco della testa e la scritta «Kill Erdogan with his own weapons!» ("Uccidete Erdogan con le sue stesse armi!"). Indignate, le autorità turche avevano subito contattato l'ambasciata svizzera ad Ankara e richiesto una indagine in merito. Anche i rispettivi ministri degli esteri ebbero un colloquio telefonico.
La Procura regionale di Berna-Mittelland ha prontamente avviato un'inchiesta penale per pubblica istigazione a un crimine o alla violenza. I quattro decreti d'accusa emessi circa un anno fa sono stati contestati dagli interessati. Sono state prese in considerazione anche altre accuse come sommossa e disobbedienza a decisioni dell'autorità.
Giornalista ammonito
In merito alla controversa sorta ieri per la presenza in aula di un corrispondente dell'agenzia di stampa Anadolu, il presidente del tribunale stamane ha autorizzato il giornalista turco a continuare a seguire il processo. Il giudice lo ha comunque ammonito per aver violato la presunzione di innocenza.
In un tweet diffuso ieri in mattinata – poi cancellato dal suo account privato – l'uomo aveva infatti definito gli imputati «terroristi». Uno degli avvocati difensori dei quattro aveva quindi chiesto di espellere dall'aula il giornalista e nei suoi confronti ha presentato una denuncia penale per diffamazione.
Il pubblico è escluso dalle udienze di questo processo. Possono seguirlo solo pochi giornalisti che firmano una dichiarazione in cui si impegnano a non rivelare i nomi delle persone coinvolte o qualsiasi informazione che possa consentire di identificarle.