Suisse Secrets Suisse Secrets: si chiede di togliere la «museruola» ai media nella legge sulle banche

om, ats

21.2.2022 - 18:51

La «museruola» contemplata dalla legge svizzera sulle banche ha frenato molti media elvetici dal partecipare alle indagini sulle attività del Credit Suisse, sfociate nello scandalo «Suisse Secrets»: i giornalisti svizzeri rischiano infatti sanzioni qualora scrivessero o riportassero informazioni basate su dati rubati o trapelati illegalmente. Il dissenso nei confronti della che limita l'informazione sta dilagando nel paese.

Paradeplatz, luogo simbolo del sistema bancario svizzero.
Paradeplatz, luogo simbolo del sistema bancario svizzero.
KEYSTONE/GAETAN BALLY

Le sanzioni per i giornalisti elvetici possono andare fino a tre anni di reclusione. L'articolo della legge in questione era stato voluto dal PLR, che in un primo tempo aveva addirittura chiesto cinque anni di carcere per la stampa «ficcanaso».

Il più determinato è il PS, che afferma di averne abbastanza: nelle banche svizzere vi sono soldi di potentati, di criminali di guerra e di altri delinquenti. Il partito esige una regolamentazione che metta finalmente fine a questi dubbi affari delle banche elvetiche. In particolare bisognerà eliminare l'articolo «museruola» incluso nella legge sulle banche.

Esprimendosi davanti alla stampa all'indomani delle rivelazioni, il co-presidente e consigliere nazionale argoviese Cédric Wermuth ha affermato che attualmente è il Credit Suisse ad essere sotto i riflettori, ma non è il solo ad avere un comportamento problematico.

In Svizzera le banche approfittano della mancanza di trasparenza e di una politica che distoglie lo sguardo. Se il paese non vuole subire ulteriori danni alla sua reputazione deve fare pulizia ora. Ma il Parlamento rema in tutt'altra direzione, ha enfatizzato Wermuth.

Finma, sanzioni più severe

Dal canto suo la consigliera nazionale Prisca Birrer-Heimo (PS/LU) ha chiesto che l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) possa infliggere sanzioni più severe.

Samuel Bendahan, vicepresidente del PS e consigliere nazionale di Vaud, ha sottolineato che la corruzione e la mancanza di trasparenza nel settore bancario, così come la limitata libertà dei media, sono una vergogna. Si deve permettere ai media di fare il loro lavoro.

Per i Verdi, le recenti rivelazioni mostrano senza alcun dubbio che le banche svizzere continuano a fare affari con dittatori, autocrati e criminali. E sono protetti in questo dall'articolo 47 della legge sulle banche, articolo voluto a suo tempo dal PLR. Con una mozione presentata oggi, il Partito ecologista chiede una revisione immediata della legge.

Trasparenza

Inoltre, chiede che si renda pubblico il sostegno finanziario di Credit Suisse e delle altre grandi banche al PLR, ad altri gruppi parlamentari e ai singoli deputati. Nel testo si chiede pure che lo scambio automatico di informazioni venga esteso ai paesi più poveri.

Secondo i Verdi, gli «Suisse Secrets» mostrano la necessità di registri pubblici e di comunicare con trasparenza in quali paesi le grandi aziende abbiano realizzato i loro profitti.

L'organizzazione «Reporter senza frontiere» dal canto suo in una nota rileva che la legge sulla violazione del segreto bancario da parte di terzi sulla base di dati ottenuti illegalmente contraddice sia la Costituzione federale che la Convenzione europea dei diritti umani.

Autorità giudiziarie chiudano un occhio

La giurisprudenza generale sulla libertà dei media considera inammissibile perseguire i giornalisti sulla base di una fonte illegale.

Il Consiglio federale e il Parlamento devono quindi imperativamente rivedere la legge in questione. Reporter senza frontiere chiede alle autorità giudiziarie di dare prova di buon senso finché la revisione non sarà andata in porto.

Anche per l'associazione sindacale dei giornalisti Impressum l'articolo della legge sulle banche viola sia la Costituzione federale che la Convenzione europea dei diritti umani.

PLR, revisione articolo è immaginabile

Il PLR – chiamato in causa quale ideatore dell'articolo di legge contestato – ha dal canto suo dichiarato che lo stato di diritto deve essere applicato anche in caso di furto di dati.

Lo scandalo «Suisse Secrets» prende anch'esso il via da un'azione illecita, la sottrazione illegale di informazioni e in linea di principio non bisognerebbe scrivere articoli in merito.

Ma, rileva il partito, una revisione dell'articolo di legge in questione potrebbe essere presa in considerazione, ad esempio introducendo un'eccezione alla responsabilità penale in caso di interesse pubblico prevalente.

Il Partito Popolare Europeo (PPE – centro destra), la maggior formazione politica in seno al Parlamento europeo, dal canto suo ha affermato che alla luce dell'inchiesta pubblicata in questi giorni, la Commissione UE dovrebbe considerare di inserire la Svizzera nella lista dei paesi ad alto rischio di riciclaggio di denaro in occasione della prossima revisione.

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