Votazioni Iniziativa «Per imprese responsabili»; ricorsi contro le Chiese privi di oggetto

ns, ats

8.4.2021 - 14:46

Varie Chiese hanno sostenuto l'iniziativa, come la parrocchia riformata che fa capo alla chiesa di San Paolo a Berna (immagine d'archivio del 19 ottobre 2020).
Varie Chiese hanno sostenuto l'iniziativa, come la parrocchia riformata che fa capo alla chiesa di San Paolo a Berna (immagine d'archivio del 19 ottobre 2020).
Keystone

Il Tribunale federale (TF) ha dichiarato privi di oggetto i cinque ricorsi contro la partecipazione delle Chiese alla campagna per l'iniziativa «Per imprese responsabili – a tutela dell'essere umano e dell'ambiente».

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Le istanze sono dunque state tolte dal ruolo. Inoltre il TF non si è pronunciato su due ricorsi presentati dopo il voto.

I cinque ricorsi erano stati inoltrati alla suprema corte di Losanna prima del votazione, tenuta lo scorso 29 novembre. I loro autori denunciavano l'intervento di alcune Chiese cantonali e circa 700 parrocchie nella campagna. Chiedevano che fosse immediatamente impedita questa presunta interferenza e, in via sussidiaria, l'annullamento del risultato e la constatazione di una violazione della libertà di voto.

Dopo il 29 novembre, sono stati presentati altri due ricorsi. Questi, di orientamento opposto, facevano notare che l'iniziativa era stata respinta dalla sola maggioranza dei Cantoni – il popolo l'aveva accettata con il 50,73% dei consensi secondo le cifre ufficiali provvisorie. Stando i ricorrenti, i principi fondamentali della democrazia e il principio di uguaglianza formale dei voti sono dunque stati violati.

Ricorsi privi di oggetto

In un comunicato diramato oggi, il TF indica che i ricorsi riguardanti l'intervento delle Chiese sono diventati privi di oggetto visto che l'iniziativa non ha superato lo scoglio della votazione. Li ha tolti dal ruolo perché non c'è più interesse attuale a trattarli. Se la questione si ripresentasse, la corte suprema se ne occuperebbe qualora l'intervento delle Chiese dovesse avere un'influenza sul voto.

Per quanto riguarda gli altri due ricorsi, la prima Corte di diritto pubblico del TF ritiene che, secondo il principio della buona fede, ci si debba aspettare che i cittadini contestino le norme procedurali che considerano contrarie alla Costituzione prima del voto. Non possono rimanere inattivi e mettere in discussione il risultato del voto a posteriori, quando il risultato non li aggrada.

I giudici di Losanna hanno inoltre indicato che sul fondo il ricorso dei ricorrenti è manifestamente infondato. La violazione dell'uguaglianza dei voti derivante dalla regola della doppia maggioranza di Cantoni e popolo è prevista dalla Costituzione ed è vincolante per il Tribunale federale. Il TF ha anche dichiarato irricevibili gli argomenti relativi a carenze nelle informazioni fornite e a varie irregolarità citate nei due ricorsi.

Giovani PLR: un avvertimento alle Chiese

I Giovani liberali radicali, che hanno presentato i ricorsi contro l'intervento delle Chiese nei cantoni di Berna, Argovia, San Gallo e Turgovia, deplorano la decisione del TF. In un comunicato affermano che il ruolo delle Chiese nella campagna ha sollevato molte questioni politiche che avrebbero giustificato una sentenza di principio.

La decisione dei giudici supremi non rappresenta però un via libera alle Chiese per la partecipazione a future campagne, sostengono. A loro avviso la decisione del TF dovrebbe essere intesa come un avvertimento. Secondo i Giovani del PLR, il Tribunale federale è stato limpido: se in futuro le Chiese dovessero influenzare l'esito di una votazione, il TF chiarirà se potranno partecipare alla campagna.

Chiese: partecipazione a dibattito pubblico è ovvia

La piattaforma Kirche für Konzernverantwortung (Chiese per imprese responsabili), che ha coordinato la campagna, accoglie invece con favore la decisione dei giudici di Losanna. L'impegno per la conservazione del Creato e la protezione dei più deboli fa parte della missione della Chiesa, si legge in un comunicato.

In una democrazia viva e diversificata, è ovvio che anche la Chiesa si esprima su questioni politiche e partecipi ai dibattiti pubblici. Il tentativo di impedirlo è rivelatore di mancanza di fiducia nella democrazia e nei cittadini.

(Decisione nelle cause 1C_627/2020, 1C_631/2020, 1C_633/2020, 1C_639/2020 e 1C_641/2020 e sentenze 1C_713/2020 e 1C_715/2020 del 23 marzo 2021)