Lobbismo Trasparenza sui mandati extraparlamentari, ecco chi rivela quanto guadagna

cp, ats

3.10.2023 - 11:47

Il 56% dei parlamentari ha rivelato quanto guadagna dai mandati extraparlamentari.
Il 56% dei parlamentari ha rivelato quanto guadagna dai mandati extraparlamentari.
Keystone

Rispetto al 2019, i parlamentari che si ripresentano in ottobre sono diventati più trasparenti – 56% – in fatto di guadagni generati da mandati extraparlamentari (esclusa l'attività professionale).

Keystone-SDA, cp, ats

Lo indica una nota odierna di Lobbywatch.ch, in cui si precisa che a rivelarsi più aperti sono i deputati dell'area rosso-verde (in Ticino Greta Gysin dei Verdi e Bruno Storni del PS, nei Grigioni Anna Giacometti del PLR e Jon Pult del PS).

Contattati a due riprese durante l'estate, 117 candidati su 208 hanno rivelato quanto percepiscono per i mandati esercitati in Consigli di amministrazione, comitati di associazioni o per consulenze.

Si tratta di un dato confortevole, secondo Lobbywatch: nel 2019, solo il 33% aveva fatto atto di trasparenza.

La legge non obbliga a dichiarare quanto si guadagna

Stando alla Legge sul Parlamento, i deputati non sono obbligati a rivelare quanto guadagnano, ma devono solo precisare se i mandati che rivestono sono o meno retribuiti.

Lobbywatch rappresenta insomma l'unica piattaforma in attività che raccoglie simili informazioni, si legge nella nota.

Citato nel comunicato, il copresidente della piattaforma, Otto Hostettler, loda la maggiore trasparenza, ma fa anche notare che sarebbe meglio se tutti i parlamentari si mostrassero cooperativi come chiede da tempo il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d'Europa (GRECO).

L'UDC è il partito meno trasparente

Scendendo nei particolari dell'indagine, emergono differenze anche significative fra i partiti, i sessi, i due rami del parlamento e la regione.

A livello di partiti, il 94% degli Ecologisti ha informato sulle remunerazioni ricevute, seguiti dai Socialisti (92%), i Verdi liberali (60%), il Centro (43%), i Liberali Radicali (34%) e, fanalino di coda, l'UDC (29%).

L'indagine mostra anche che, a livello di trasparenza, il Consiglio nazionale (60%) supera di un bel po' il Consiglio degli Stati (35%, dove è molto più rappresentato il centro-destra, n.d.r).

A livello di generi, il 70% delle candidate donne non ha avuto remore nel rivelare i propri guadagni a fronte del 47% dei colleghi uomini.

I candidati giovani – sotto i 40 anni – sono poi quelli meno restii – 73% – a fare opera di apertura, rispetto ai colleghi più in là con gli anni (51-60 anni, 48%).

A livello regionale, i candidati romandi e del nord della Svizzera spiccano proporzionalmente per maggiore trasparenza.