La Svizzera non presta sufficiente attenzione al suolo e al suo valore inestimabile per l'agricoltura, la biodiversità, la protezione del clima e delle risorse idriche.
Partendo da questa constatazione, e dall'urgenza di intervenire, il Fondo nazionale svizzero per la ricerca (FNS) ha stilato una serie di raccomandazioni per arrivare a un uso sostenibile di questa preziosa risorsa.
Troppo spesso il suolo in Svizzera viene utilizzato in maniera inappropriata, viene inquinato, subisce erosione, compattazione. Il pericolo maggiore è tuttavia rappresentato dalla costante e rapida urbanizzazione, hanno sottolineato in conferenza stampa a Berna gli autori dello studio, denominato PNR68 (Uso sostenibile della risorsa suolo).
Molto spesso l'uomo si è insediato sulle terre di maggior pregio, che ancora oggi si trovano nelle immediate vicinanze di città e villaggi, e scompaiono sovente per far posto a nuovi edifici, ha rilevato la professoressa Adrienne Grey-Regamey, del Politecnico federale di Zurigo (ETH). Per limitare questo fenomeno è necessario che il mondo politico intervenga rapidamente, in maniera più coordinata, adottando una strategia che tenga conto dei vari interessi in gioco.
Concretamente, i ricercatori propongono di integrare la qualità del suolo nei processi decisionali legati alla pianificazione del territorio. Per farlo hanno elaborato una serie di indicatori che consentono di attribuire un punteggio ad ogni terreno, quantificandone la qualità. Ciò permette di prendere decisioni più oculate, preservando le terre più pregiate e spingendo a costruire all'interno degli agglomerati.
Per fare ciò è indispensabile procedere a una dettagliata cartografia del territorio nazionale. Oggi sono infatti disponibili informazioni solo sul 10-15% della superficie agricola. I costi di un'operazione di questo tipo ammontano a 10-25 milioni di franchi all'anno sull'arco di 20 anni. Le informazioni ricavate consentiranno tuttavia di risparmiare denaro in ambiti come l'irrigazione, la protezione dai pericoli naturali, l'uso di fertilizzanti, di risorse idriche, eccetera, ha fatto notare il presidente del comitato di direzione del progetto, il professor Emmanuel Frossard, dell'ETH.
Non va dimenticato il ruolo fondamentale che il suolo svolge a livello climatico: si tratta della più grande riserva terrestre di carbonio, che viene liberato nell'atmosfera in grandi quantità per esempio quando vengono drenate zone umide o paludi per destinarle all'agricoltura. In questo caso, secondo gli esperti del FNS, sarebbe necessario prendere decisioni che tengano conto degli interessi non solo socio economici, ma ma anche ambientali.
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