Guerra in Ucraina La Svizzera vuole partecipare all'accoglienza dei rifugiati ucraini

ev, ats

3.3.2022 - 17:43

La consigliera federale Karin Keller-Sutter (foto d'archivio)
La consigliera federale Karin Keller-Sutter (foto d'archivio)
KEYSTONE/PETER KLAUNZER

La consigliera federale Karin Keller-Sutter vuole chiedere al Consiglio federale di attivare lo statuto di protezione S, indipendentemente dal fatto che l'Unione europea (Ue) metta in vigore o meno la sua direttiva sulla protezione temporanea. 

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È quanto ha detto oggi la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) dopo la riunione dei ministri degli interni dell'Ue a Bruxelles.

A quanto si dice la resistenza nei confronti della direttiva dell'Ue giunge principalmente dagli stati dell'Europa orientale, cioè da quei paesi che attualmente stanno accogliendo il maggior numero di rifugiati dall'Ucraina. La questione controversa a quanto pare è se anche i cittadini di paesi terzi che sono fuggiti dall'Ucraina dovrebbero beneficiare della direttiva Ue o no.

Le persone provenienti da paesi terzi non possono entrare nell'area Schengen, e quindi neanche Svizzera, senza un visto. Gli ucraini, invece, sono autorizzati a rimanere nell'area Schengen senza visto per 90 giorni, purché abbiano un passaporto biometrico.

Dopo 90 giorni, in Svizzera dovrà poi essere applicato lo statuto S. Grazie a quest'ultimo le persone dell'Ucraina che hanno bisogno di protezione possono rimanere nel paese per motivi umanitari per un periodo limitato di tempo fino a un massimo di cinque anni. Le persone ammesse possono poi, per esempio, lavorare e ricevere prestazioni sociali.

Decisioni pragmatiche

Secondo Keller-Sutter, la direttiva Ue e lo statuto S svizzero sono simili. Il PS e Amnesty International Svizzera criticano il fatto che lo statuto S dia ai rifugiati meno diritti rispetto alla direttiva Ue. Alla domanda su queste differenze – come un divieto di lavoro di tre mesi o l'obbligo di un permesso per viaggiare in altri paesi dell'Ue – la consigliera federale ha sostenuto decisioni pragmatiche.

La responsabile del DFGP ha d'altra parte sottolineato che anche i singoli paesi dell'Ue applicano la direttiva in modo diverso. «Penso che lo statuto di protezione S sia più flessibile», ha detto Keller-Sutter.

La Svizzera vuole partecipare

La consigliera federale ha anche chiarito che la Svizzera vuole partecipare al meccanismo di solidarietà dell'Ue se sarà attivato. Tale meccanismo dell'Unione europea serve a distribuire le persone tra gli stati membri.

Non è ancora chiaro quanti rifugiati vi saranno in Svizzera. Secondo la segretaria di Stato della migrazione Christine Schraner Burgener, che ha accompagnato Keller-Sutter a Bruxelles, ci sono attualmente 11'000 ucraini in Svizzera – compresi quelli con doppia cittadinanza svizzera-ucraina. Sulla base di questo numero, si può calcolare approssimativamente quanti ucraini potrebbero fuggire in Svizzera.

Tuttavia, secondo la consigliera federale, un team di crisi «asilo» è già stato attivato per coordinare l'accoglienza. Se il Consiglio federale decidesse di applicare lo statuto S, dovrebbe anche essere possibile, tra le altre cose, ospitarli in case private.

Keller-Sutter elogia Frontex

In questo contesto, Keller-Sutter ha sottolineato l'importante ruolo dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex, soprattutto nella registrazione delle persone che fuggono dall'Ucraina. Secondo la responsabile del DFGP, la Svizzera, che vi partecipa come membro di Schengen, è pronta a sostenere Frontex.

Attualmente la Svizzera beneficia molto di Frontex, per esempio nello scambio di informazioni. Se fossimo esclusi, «sarebbe per me un vero e proprio disastro», ha detto Keller-Sutter, riferendosi alla prossima votazione del 15 maggio.