L'UDC critica l'Organizzazione degli Svizzeri all'estero (OSE). Il partito ritiene di essere stato svantaggiato nelle elezioni federali, accusando l'associazione di aver raccomandato candidati di altri partiti e non i suoi per il voto dello scorso 20 ottobre.
L'OSE rappresenta gli interessi di circa 650'000 Svizzeri all'estero, tra cui le 172'000 persone iscritte al registro elettorale. I due terzi del budget dell'organizzazione proviene dalla Confederazione, mentre il rimanente è finanziato da aziende legate allo Stato. L'OSE, prima delle elezioni federali, ha pubblicato sulla sua pagina un'analisi della piattaforma di informazione Swissinfo che è poi finita nel mirino dell'UDC.
La conclusione dell'analisi, basandosi su dieci voti al Consiglio nazionale della precedente legislatura che interessava la Quinta Svizzera (ad esempio la moratoria sul voto elettronico), era la seguente: «è il PS che rappresenta meglio gli interessi degli Svizzeri all'estero».
Oltre a ciò, a scaldare gli animi dei democentristi sono le raccomandazioni di voto del «Parlamento della Quinta Svizzera», il Consiglio degli Svizzeri all'estero (CSE) che conta 140 membri e si riunisce due volte all'anno. Questa entità aveva raccomandato otto candidati ritenuti i più meritevoli: tre PS, tre PPD (tra cui il ticinese Filippo Lombardi), un Verde Liberale e un PLR.
«Decisione politica»
Dell'UDC nessuna traccia, neanche di Claudio Zanetti, ormai ex consigliere nazionale zurighese che non è riuscito a ottenere un nuovo mandato. Zanetti è membro del CSE e dal 2017 è parte del Comitato dell'OSE, l'esecutivo che conta 11 membri. Secondo il democentrista, l'assenza del suo nome dalle raccomandazioni di voto è «una decisione politica».
In un'intervista all'agenzia Keystone-ATS, Zanetti è deluso dall'organizzazione. «L'UDC dovrà rivedere le sue relazioni con l'OSE», sostiene l'ex consigliere nazionale criticando le scelte dell'OSE e del CSE.
Secondo Aliki Panayides, membro di «UDC International» – la sezione di Svizzeri all'estero del partito – e presidente dell'UDC bernese, ci sono state discussioni tra la formazione politica e l'OSE prima delle elezioni. Panayides dice di avere l'impressione che l'organizzazione stia cercando di mettere fuori gioco l'UDC. Una tesi sostenuta anche dalla presidente dell'UDC internazionale, Inge Schütz: «da tempo siamo sistematicamente svantaggiati. Ma con le ultime raccomandazioni di voto, questa situazione ha assunto una nuova dimensione», afferma.
L'OSE, dal canto suo, respinge al mittente le accuse dell'UDC. La portavoce dell'organizzazione Jézael Fritsche sottolinea che l'organizzazione ha raccomandato tre candidati al Consiglio nazionale di ciascuno dei sette maggiori partiti, tra cui l'UDC. Si tratta del lucernese Franz Grüter, del bernese Erich von Siebenthal e del sangallese Roland «Rino» Büchel.
Il fatto che nessun candidato UDC figurava tra i migliori candidati – o «candidati Top» – del CSE non ha niente a che vedere con l'appartenenza politica dei candidati.
La ragione è da ricondursi all'assenza di Zanetti alla riunione del CSE dello scorso agosto. Secondo Fritsche, solo le persone che avevano preso parte all'incontro sono state considerate per una raccomandazione.
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