Reazioni USAM contraria al telelavoro, imprenditori per l'abolizione totale della quarantena

tl, ats

12.1.2022 - 17:08

Telelavoro non ben accolto da tutti
Telelavoro non ben accolto da tutti
KEYSTONE

Non solo in ambito medico, ma anche in quello economico, non si è fatta attendere la reazione in merito a quanto deciso oggi dal Consiglio federale per lottare contro la pandemia di Covid-19.

L'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) si dice contraria alla proroga fino a fine marzo dell'obbligo di telelavoro, inizialmente fissato fino al 24 gennaio, inviata oggi in consultazione. La decisione del governo di ridurre a cinque giorni il periodo di isolamento e di quarantena è invece accolta favorevolmente.

Stando all'associazione che difende gli interessi delle piccole e medie imprese, l'obbligo di lavorare a casa è inapplicabile in molti settori. Coloro che possono introdurlo lo hanno già fatto quando il telelavoro era solo una raccomandazione, sostiene l'USAM in un comunicato. Il Consiglio federale oggi ha proposto di prorogare il pacchetto di misure attualmente in vigore – fra cui l'obbligo di lavorare da casa – fino a fine marzo. La decisione è attesa per mercoledì prossimo.

La riduzione dell'isolamento e della quarantena, in vigore già a partire da domani, è invece giudicata positivamente dall'associazione: tuttavia, l'USAM si chiede perché la quarantena sia solo abbreviata e non semplicemente rimossa. A loro avviso «si deve fare tutto il possibile affinché l'economia possa lavorare il più liberamente possibile e quindi riprendersi dalle conseguenze della pandemia».

L'organizzazione si dice inoltre lieta di constatare che il Consiglio federale non sta prendendo in considerazione un nuovo confinamento.

Gli imprenditori vogliono abolire completamente la quarantena

Dal canto suo l'Unione svizzera degli imprenditori (USI), dopo l'accorciamento a cinque giorni della quarantena per chi è entrato in contatto con una persona positiva al Covid, chiede ulteriori allentamenti. Persone senza sintomi non dovrebbero più mettersi del tutto in quarantena.

La decisione odierna del Consiglio federale riguardo alla quarantena e all'isolamento viene accolta favorevolmente, ha affermato nei confronti dell'agenzia Keystone-ATS il presidente dell'USI Valentin Vogt. A causa dell'elevato numero di contagi bisogna comunque tener conto dell'esistenza di una grande cifra di casi non censiti - ha aggiunto - pertanto sarebbe sensato discutere dell'abolizione della quarantena per le persone senza sintomi.

Al momento è assente dal lavoro a causa del Covid circa il 4% della popolazione attiva: se questa cifra dovesse salire rapidamente la situazione potrebbe diventare critica per l'economia svizzera, ha avvertito il presidente dell'USI.

Per quanto concerne l'obbligo del lavoro da casa - oggi il governo ha posto in consultazione un'estensione fino a fine marzo - l'associazione era dell'avviso che la misura fosse inutile già nel momento in cui è stata reintrodotta, ha sottolineato Vogt. Laddove è possibile viene infatti già attuata volontariamente dalle aziende.

Economiesuisse critica la «prematura estensione» delle misure

Economiesuisse infine accoglie con favore la decisione odierna del Consiglio federale di ridurre la durata prevista per l'isolamento e la quarantena a cinque giorni. La federazione delle imprese svizzere mostra comprensione anche per la volontà di mantenere le attuali misure in vigore, ma critica la loro prematura estensione fino alla fine di marzo.

Le regole attualmente in vigore per l'isolamento delle persone infette e, in particolar modo, l'obbligo di quarantena per le persone entrate in contatto con il coronavirus, hanno portato alla mancanza di personale in molti settori, ricorda Economiesuisse in una nota. Varie aziende e fornitori di servizi pubblici hanno già dovuto limitare le proprie prestazioni.

Dato che non si registra un aumento del numero di casi gravi, dal punto di vista economico è opportuno ridurre la durata dei periodi di isolamento e quarantena a cinque giorni, afferma l'organizzazione.

Quest'ultima sostiene anche la proposta del governo di ridurre a nove mesi la durata dei certificati per le persone vaccinate e guarite e il mantenimento delle altre misure di protezione. Tuttavia l'intenzione di estendere le attuali restrizioni fino alla fine di marzo «è incomprensibile per l'economia: l'ulteriore sviluppo della pandemia è difficile da valutare al momento attuale». Economiesuisse si aspetta che il Consiglio federale elimini le misure restrittive non appena la situazione epidemiologica lo permetterà.

tl, ats