Uso del certificato Covid Uso del certificato Covid, la polizia annuncia controlli «mirati e selettivi»

Di Lukas Meyer / pab

13.9.2021

Il certificato è obbligatorio per gli interni dei ristoranti a partire da oggi.
Il certificato è obbligatorio per gli interni dei ristoranti a partire da oggi.
KEYSTONE

I cantoni vogliono mantenere un senso di proporzione nel controllo dell'obbligo dell'uso del certificato Covid, ma vogliono anche prendere misure severe in caso di violazioni. C'è resistenza da varie parti, e alcune aziende si rifiutano del tutto di conformarsi.

Di Lukas Meyer / pab

13.9.2021

A partire da oggi si applica l'obbligo esteso del certificato Covid. I visitatori di ristoranti, centri fitness e cinema, per esempio, devono mostrare il loro «pass» per entrare.

Stando ai colleghi della RSI, che si sono recati a Bellinzona, nei vari ristoranti e bar non si è registrato nessun problema. Complice anche il bel tempo e il caldo superiore alla norma stagionale in moltissimi hanno scelto di rimanere sulle terrazze, dove l'obbligo del certificato non c'è. Si sono viste poi soluzioni creative, come chi ha deciso di bersi il caffè con un amico e parlarsi da una finestra. 

I gestori, interpellati dalla RSI, per ora mostrano cauto ottimismo, ma non nascondono le preoccupazioni per il futuro, quando il bel tempo sarà sostituito da giornate più fredde e con molto meno sole e quindi le terrazze non saranno più un'opzione così valida. Insomma, per il momento sembra, almeno in Ticino, assai semplice adeguarsi alle nuove regole.

Ma, appunto, in poco tempo le cose potrebbero cambiare. Coloro che non si adeguano saranno multati: i cittadini privati di cento franchi ,mentre la pena è più alta per i responsabili di strutture ed eventi, che - se non rispettano l'obbligo del certificato - rischiano una multa fino a 10.000 franchi o, nel peggiore dei casi, la chiusura.

Piccolo giro d'orizzonte Oltralpe, dove la meteo è un po' meno clemente, per vedere come le autorità faranno rispettare la misura.

Come controllano i cantoni?

I cantoni sono responsabili delle ispezioni. Come procedono? Molti, per il momento, stanno danno prova di moderazione e segnalando le carenze. Basilea Città, per esempio, non effettuerà ispezioni fino alla prossima settimana in modo che i proprietari possano abituarsi alla nuova situazione, dice il Dipartimento sanitario alla SRF.

A Soletta, oltre ai normali ispettori del lavoro, ci sono cinque ispettori Covid che sono stati assunti l'anno scorso. Nel canton Argovia si continua come prima, non sono previste maggiori ispezioni. 

Jonas Motschi, capo dell'Ufficio dell'economia e del lavoro del canton Soletta, spiega alla SRF come vengono effettuati i controlli: «Dobbiamo limitarci a verificare se sono state prese precauzioni per effettuare i controlli». Quando gli ospiti arrivano, è possibile vedere se vengono controllati o meno.

Procedere con un senso di proporzione

La polizia applicherà le misure, dato che non c'è molto spazio per l'interpretazione, dice Adrian Gaugler, portavoce della Conferenza dei comandanti della polizia cantonale, al «Blick». Non ci saranno controlli di accesso generalizzati, ma solo controlli a campione, «mirati e selettivi», come ha spiegato Max Hofmann, segretario generale dell'Associazione svizzera dei funzionari di polizia.

Nel canton Argovia, la polizia vuole effettuare i controlli Covid «con senso della misura, come prima, nell'ambito delle loro attività di controllo», ha detto la polizia cantonale su richiesta di «blue News». I settori da controllare verrebbero discussi con il Dipartimento della sanità, seguendo anche le segnalazioni. In caso di inosservanza o di violazioni ripetute, si farà riferimento all'ufficio del pubblico ministero. I provvedimenti saranno valutati caso per caso e «si sceglie la via più mite che porta al successo e all'applicazione della legge».

Anche la polizia cantonale di Berna vuole procedere con senso della misura. «Tuttavia, in caso di violazione, ci si deve aspettare una multa o delle accuse», informa l'ufficio stampa. Eventuali casi individuali saranno valutati in base alla situazione e saranno esaminate le misure necessarie. 

Resistenza da varie parti

L'opposizione al certificato obbligatorio viene da varie parti. Sabato, in un raduno di corona-scettici a Lucerna, con 1500 partecipanti, si è assistito a un'escalation. La polizia ha usato lo spray al peperoncino e i partecipanti violenti hanno addirittura aggredito un reporter di «20 Minuten».

Molte aziende hanno annunciato che ignoreranno il requisito del certificato: in 3500 hanno firmato su un sito web. «Serviremo tutti i nostri ospiti», dice un locandiere vallesano a «20 Minuten». Secondo i suoi avvocati, il requisito del certificato è contro la legge. Una gerente di San Gallo pensa di non poter controllare anche i certificati perché lavora da sola nel suo caffè. 

Il Consiglio federale non impone alcuna regolamentazione alle università; i cantoni e gli atenei sono autorizzati a regolarsi da soli. Alcune università hanno già annunciato che introdurranno la certificazione obbligatoria nel semestre autunnale che inizia la prossima settimana.

A Berna, lunedì mattina, studenti e sostenitori di altre organizzazioni hanno protestato contro questa misura. Una trentina di persone si è riunita per un sit-in.

Inoltre, 200.000 persone chiedono in una petizione online che i test Covid rimangano gratuiti. Dal 1° ottobre, le persone non vaccinate senza sintomi dovranno pagarseli di tasca propria.