Ma di buona qualità In Vallese mai così poca uva nella storia

hm, ats

13.1.2022 - 19:00

Molto lavoro, ma la quantità si è rivelata poca.
Molto lavoro, ma la quantità si è rivelata poca.
Keystone

La vendemmia del 2021 in Vallese è risultata di buona qualità, ma le quantità di uva si sono rivelate inferiori di oltre il 40% rispetto all'annata 2020 e del 50% nei confronti della media decennale.

Keystone-SDA, hm, ats

Si tratta del raccolto meno vasto da quando sono iniziate le statistiche 1966, ha indicato oggi l'ufficio cantonale della viticoltura.

L'anno scorso le condizioni meteorologiche sono state devastanti per i vigneti del cantone alpino. Oltre al gelo di aprile sono stati osservati aggressioni di funghi e, in alcune zone, episodi di grandine. Per questi motivi la vendemmia di ottobre ha richiesto una selezione definita severa: questo ha decuplicato i tempi di raccolta, ma ha permesso di concentrare uve di buona qualità.

In totale sono stati tenuti quasi 13 milioni di chili di uva rossa e 10 milioni di chili di uva bianca, «I primi assaggi rivelano vini freschi e fruttati», fanno sapere gli esperti cantonali.

Le cifre non arrivano a sorpresa. Tracciando un primo bilancio a inizio novembre l'organizzazione settoriale Interprofession de la Vigne et du Vin (IVV) aveva parlato del raccolto più contenuto a memoria di viticoltore. Il presidente dell'IVV Yvan Aymon aveva detto che la situazione diventa ogni anno più tesa, poiché questi episodi climatici sono ricorrenti. «La metà degli ultimi dieci anni sono stati difficili», aveva osservato.

A inizio dicembre la radio romanda RTS aveva però anche puntato il dito su un fenomeno che – stando all'emittente – non viene molto pubblicizzato dagli interessati, cioè quello dei vigneti ceduti al prezzo simbolico di 1 franco e dei comuni costretti a estirpare ceppi di vite abbandonati. «Le persone non sanno più cosa fare dei vigneti: alla luce della redditività che oggi possono dare non interessano più», aveva detto un esperto. Con i consumi di vino in calo in Svizzera e con le importazioni di bottiglie estere – meno care per il consumatore – che rimangono stabili vi è chi ha smesso di coltivare uva.