CriticheCaso Crypto: il procuratore speciale va oltre il suo mandato?
tl, ats
19.7.2022 - 13:56
L'Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (AV-MPC) respinge le critiche mosse nei confronti del procuratore straordinario Peter Marti, incaricato di indagare sulla fuga di notizie relativa alla vicenda dell'impresa zughese Crypto. Marti è accusato di andare oltre il suo mandato.
Keystone-SDA, tl, ats
19.07.2022, 13:56
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L'inchiesta avviata dal procuratore straordinario ha portato alla luce indizi di ulteriori violazioni del segreto d'ufficio, scrive l'AV-MPC in una presa di posizione all'agenzia Keystone-ATS. In base al principio dell'unità della procedura, previsto dal Codice di procedura penale, l'autorità ha incaricato Marti di due altri procedimenti. «Questi due mandati non sono stati pubblicati», viene spiegato.
Diversi giuristi ed esperti di diritto hanno sostenuto sulle pagine odierne di giornali Tamedia che il procuratore straordinario sta oltrepassando le sue competenze. Egli può indagare soltanto se sussiste il sospetto che membri dell'MPC abbiano commesso reati penali svolgendo la propria attività.
La settimana scorsa era emerso che il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha emesso un'autorizzazione a procedere contro diversi collaboratori della Confederazione.
Due alti funzionari coinvolti?
Ciò sulla scia di una denuncia penale delle Commissioni della gestione del Consiglio nazionale e degli Stati nel novembre 2020 sporta dopo che durante la fase di consultazione erano trapelate ripetutamente a singoli media informazioni dalla bozza di rapporto d'ispezione sul «caso Crypto», classificata come confidenziale.
Poiché alla consultazione aveva partecipato anche l'MPC, quest'ultima aveva rinviato la denuncia penale all'AV-MPC, con la richiesta di nominare un procuratore straordinario: il mandato era stato attribuito a Marti nel gennaio 2021.
Stando a quanto riferito da media svizzerotedeschi questi ha ordinato perquisizioni presso alcuni dipendenti della Confederazione, tra cui l'ex capo della comunicazione del consigliere federale Alain Berset (DFI) Peter Lauener e il segretario generale del DFAE ed ex capo dei servizi segreti Markus Seiler.
Il caso è scoppiato nel 2020
Le prime rivelazioni della stampa sullo scandalo Crypto risalgono al febbraio 2020 e si basano su documenti dei servizi di spionaggio statunitensi (CIA) e tedeschi (BND).
Le due intelligence per decenni hanno intercettato migliaia di documenti di un centinaio di Stati utilizzando i dispositivi di crittografia dell'azienda zughese truccati segretamente.